THE WALKING DEAD #S5- Andrew Lincoln: Il terrore arriva dagli umani!

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La star di “The Walking Dead” Andrew Lincoln dice che, nella quinta stagione, “il terrore arriva dagli umani.”
Ecco cosa si ottiene fidandosi delle persone. Rick Grimes & Co. hanno sentito un segnale radio e hanno visto simboli che promettevano pace e un santuario, in un posto chiamato Terminus. Ma ad aspettarli c’era un gruppo di semi-cannibali che li ha rinchiusi in un box auto. La gente fa proprio schifo. Prima The Governor, adesso questi? Ma a sentire Andrew Lincoln, sarà questo ad aspettarci – e a spaventarci – in questo nuovo ambiente post-apocalittico, quando, il 12 ottobre, avrà inizio la quinta stagione di The Walking Dead. Abbiamo parlato con l’attore di quello che ci attende – inclusi la stagione finora più violenta e un ritorno ad Atlanta – e anche di quanto a lungo pensa di rimanere nello show…sempre che, ad un certo punto, non venga ucciso prematuramente, che è una congettura terribile da fare, quando si parla di The Walking Dead.

ENTERTAINMENT WEEKLY: Iniziamo parlando un po’ di Rick. Dove ha la testa, in questo momento? Il gruppo si trova in una situazione critica, ma hanno l’uomo che gli serve per risolverla.
ANDREW LINCOLN: Questa, finora, è stata la stagione più divertente, per me. Ma è anche la più difficile, perché è un uomo molto tenace, molto determinato, ha il pieno controllo di se stesso e di tutti gli aspetti della sua vita. È andato alla ricerca della sua anima e ne è uscito dall’altro lato. Si trova in un posto nuovo, dinamico ed incredibilmente pericoloso. Credo fermamente che lui sia tornato proprio in questa stagione. Stai accanto alla tua famiglia. Se ti metti in mezzo, sei un problema. E questo vale per le persone all’interno del gruppo e le persone in cui ti imbatti, nel resto del mondo.
Mi sembra che ci stiamo muovendo in una nuova direzione. Sembra che abbiamo questo incredibile percorso e questa incredibile famiglia insieme a noi. Siamo entrati in questa stanza, una stanza molto buia, spaventosa, abbiamo chiuso la porta e non si può più uscire. Adesso andiamo dall’altro lato. E penso sia giusto sottolineare che questa stagione ci guadagneremo davvero i nostri ratings. Ci sono famiglie che lo guardano insieme, ma per la cronaca, ragazzi: questa stagione è per adulti. E parte della violenza è umana questa volta, è l’aspetto più raccapricciante dello show. Infatti, alcuni dei momenti più realistici sono gli zombie. Penso sia un grosso cambiamento. Sapete, queste creature hanno abitato questo mondo per due anni; sembra reale. Le persone che sono rimaste saranno altrettanto pragmatiche e brutali, forti e resistenti. Quindi, questa stagione, lo scontro e i conflitti e la paura, il terrore, viene direttamente dagli umani.

EW: Ovviamente sappiamo che è stato Gareth ad intrappolarti in Terminus. Sono sicuro che Rick dovrà misurarsi con il suo avversario. Cosa rende Gareth così pericoloso?
AL: Quello che volevamo specificare è che, non saranno i più forti, ma hanno un sistema. Un sistema che funziona ed è incredibilmente efficiente. È sveglio. È un degno avversario. È giovane, ma spietato. L’avete visto alla fine della scorsa stagione. È anche intelligente. Anche in poco tempo, potrete scoprire molto su Terminus e Gareth.

EW: So che sarete molto di più in città, che tornerete a quell’atmosfera urbana della prima stagione. Com’è stato tornare indietro?
AL: Una delle cose migliori di questa stagione è che le location sono molto simili a quelle in cui tutto ha avuto inizio. Per me è ossessionante, diciamo. E c’è qualcosa nell’ambiente urbano, la sensazione di decadimento. E so che il dipartimento degli effetti speciali si sta divertendo parecchio con queste cose, la linea dell’orizzonte e simili, si può vedere l’effetto dell’erosione del mondo e credo che non vedano l’ora di creare anche questi paesaggi. Penso che ogni aspetto sia molto divertente. Inoltre, anche vedere cosa è rimasto della città, se ci sono persone sopravvissute. Voglio anche dire che gli ultimi episodi contengono i miei zombie preferiti degli ultimi anni. Nell’episodio 7 c’è una sequenza che toglie il fiato. Ci addentriamo in questo ambiente e sappiamo che cosa è successo e che è stato orribile. È stato straordinario.

EW: Parliamo di riunire parte del gruppo. Alla fine della scorsa stagione, avevamo queste storie minori, ma adesso sembra che la banda si sia ritrovata. È un’atmosfera diversa?
AL: E’ stato fantastico. Abbiamo sentito tutti la mancanza degli altri. La scorsa stagione è stata un gruppo strano, di nove persone, ma necessariamente isolato. E credo che abbiamo riempito gli spazi con un gran numero di personaggi. Non so se l’avete visto al Comic Con, ma c’era un cartello con il cast principale ed eravamo in 14. E’ pazzesco! Siamo un esercito ed è qualcosa di formidabile. Ma credo che nel mucchio ci sia un ordine, una gerarchia e molta gente nuova. Alcuni non si conoscono così bene, quindi stanno cercando di capire qual è il loro posto nel gruppo, se ce l’hanno. I problemi ci sono, ma, detto ciò, siamo una squadra davvero formidabile e anche parecchio spaventosa. Stavo lavorando con un’altra attrice, stavamo provando una scena e ad un certo punto lei dice “Lo sai, fai davvero paura.” E, sai, te ne dimentichi. Ma sembriamo fuori di testa, siamo pazzi. Siamo una famiglia disfunzionale, che, in qualche modo, resiste.

EW: E’ buffo che hai menzionato i nuovi personaggi che non hai mai incontrato e qualche tensione all’interno del gruppo, volevo proprio chiedertelo, perché Rick è spuntato su quel vagone con tutte quelle persone nuove. Che ne pensa di loro? Di alcuni in particolare. Uno è Abraham, perché nel fumetto partono col piede sbagliato e forse ne abbiamo visto un’anteprima nel trailer.
AL: Sì, penso davvero ci sia uno contrasto di opinioni. E credo che nessuno dei due si farà da parte. Non voglio dire troppo, ma credo siano entrambi maschi alfa; ci sono molti maschi alfa nel gruppo. Rick non si tirerà indietro e credo che Abraham non abbia ancora capito con chi ha a che fare.

EW: Il viaggio a Washington per cercare la cura, cosa rappresenta per il gruppo? È una speranza? È la possibilità di trovare una casa? O è solo una ricerca inutile? Come la vedono Rick e gli altri?
AL: Sai, è un’ottima domanda e credo che ognuno la veda in modo diverso. Penso che Rick, in quanto leader del gruppo, si stia aggrappando a qualsiasi cosa. Finora tutte le prove, per lui, sono state sconfortanti. Non c’è molto a cui aggrapparsi. Poi, come un vero leader, capisce che non ha importanza. Ciò che importa è l’orizzonte e credo stia guardando proprio a questo. È intelligente e riesce a psicoanalizzare, istintivamente. Ha un disperato bisogno di crederci. Ha bisogno di qualcosa. Dobbiamo guardare in avanti e dobbiamo arrivare da qualche parte. Abbiamo bisogno di un’ombra di un nuovo inizio, quindi almeno andiamo a Washington, arriviamo lì e vediamo se c’è qualcosa, se c’è speranza. Penso non sia stato ancora deciso, se andranno o no. Ci sarà qualche impedimento. Non pensate sia tutto sicuro.

EW: Dopo aver fatto questo show per cinque anni, ti senti irrequieto?
AL: Sì. Voglio dire, è una bella domanda, c’è una parte di me che dice “Amo tutto questo.” E non so se quest’anno verrà il mio momento. Ma se dovessi continuare a far parte dello show l’anno prossimo, c’è una parte di me che non vede l’ora di ricominciare. È diverso da qualsiasi altra cosa abbia fatto. In parte, sento di essere diventato un po’ come Rick, voglio coinvolgere le persone con me. Sono un trascinatore che dice “Coraggio, mettiamocela tutta e proviamo a lasciare una storia che duri,” e alla quale ci si affezioni. Posso dire che parecchie cose interessanti sono state proposte e sono in via di sviluppo, una delle quali sembra essere la più eccitante degli ultimi quattro anni. Quindi vedremo come va. Ma al momento, ci conoscete. Vado al Comic Con e mi rendo conto di quanto siano coinvolti i fan, tanto quanto noi, quindi finché non stabiliranno che è giunta l’ora di Rick Grimes, io sono disponibile, a lungo termine.

EW: Per uno show così popolare, con un fanbase così vasto, quando arriva il periodo dei premi, sembra che veniate messi da parte. Ci pensate mai a questa mancanza di riconoscimenti? Oppure è il tipo di show in cui si spara in faccia ai bambini – che non è il tipo di programma da premiare?
AL: Non scelgo mai un ruolo perché penso di ottenere un riconoscimento dalla critica. Non mi godrei il mio lavoro, così. Non potrei mai farlo. In ogni caso, prendo ciò che abbiamo. Non fraintendetemi, se qualcuno mi desse un Golden Globe, certamente mi farebbe piacere. Ma sceglierei questo tutti i giorni della settimana. Un’esperienza del genere, non l’ho mai fatta in vita mia, questo tipo di reazione, di divertimento, o di impegno in una storia, è qualcosa di stupefacente, bellissimo e unico. Sì, è ovvio che mi piacerebbe che Scott Gimple e altri autori ricevessero un po’ di considerazione, perché credo che la storia sia – sai, è difficile mantenere una buona storyline per 16 ore televisive, anno dopo anno, per 5 anni. È un traguardo straordinario. Guardate quanti show non riescono ad andare oltre la prima stagione, pur essendo ottimi. Riceviamo lettere dai fan, quello che desidero è il loro rispetto e quello delle persone che vogliono venire a lavorare con me. Questo mi basta.

Fonte.

Traduzione a cura di Giuliana.

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