Poster esclusivo di “Secrets and Lies” ed intervista a Ryan Phillippe

SECRETS-AND-LIES_459x612

In Secrets and Lies, il drama in arrivo su ABC, Ryan Phillippe interpreta Ben Crawford, un ragazzo come tanti che scopre il cadavere del figlio del vicini durante la sua corsa mattutina e si ritrova ad essere il sospettato principale dell’omicidio. Nello show troviamo anche Juliette Lewis nei panni della detective determinata a scoprire il colpevole; entro la fine della stagione, che partirà il primo marzo e avrà dieci episodi, scopriremo tutti la verità sull’assassinio del ragazzo e su Ben.

Ma cosa ha convinto Phillippe a prendere parte a questo progetto, nonostante lui di solito preferisca i film? Certo, il fatto che l’impegno fosse breve (solo 10 episodi) ha aiutato, visto che solo il personaggio della Lewis potrebbe essere coinvolto in una seconda stagione. (E Phillippe ha affermato, riguardo la sua costar “È così diverso da qualsiasi altra cosa lei abbia mai fatto. Le auguro davvero un enorme successo.”) ma l’attore ha anche trovato interessanti paralleli con la sua stessa vita.

“La prima cosa che ho pensato quando mi hanno parlato del progetto, prima ancora di leggere un copione, era che fossi troppo giovane per un ruolo simile – ha detto ridendo – Anche se ho una figlia adolescente, la gente non mi vede in questo modo.”

Ma dopo aver letto qualcosa e aver incontrato il regista, Phillippe si è incuriosito. “Ho chiesto di leggere il copione australiano [Secrets and Lies si basa su una serie australiana con lo stesso nome] e quando sono tornato a casa e ho iniziato a leggere non riuscivo più a smettere. Ha suscitato una reazione molto forte, quello che succede alla figlia di Ben quando lui viene accusato mi ha colpito molto. Mi ha fatto star male fisicamente.”

Phillippe aveva anche delle riserve sul partecipare a uno show girato da un punto di vista così limitato. “La narrazione non mi lascia mai. Sono 10 ore in cui non facciamo altroché assistere a come la vita di questo uomo si stia sgretolando. Non c’è pace per me, come attore – ha detto – Ma era una sfida, e un po’ mi spaventava; ecco perché ho accettato.”

Per entrare nel personaggio, Phillippe ha guardato un documentario francese, The Staircase, che spiega come si costruisce la difesa di una persona che sostiene di essere innocente. Ma per una persona abituata a dover affrontare il giudizio pubblico, Phillippe si è potuto avvicinare a Ben su un livello più intimo.

“Ci sono degli elementi simili a quella che è la vita di un personaggio pubblico, come quella che avevo in passato, quando avevo più pressioni, quando la gente mi seguiva e osservava sempre. Erano cose che potevo capire.”

E poi ha raccontato “Volevo essere il classico ragazzo normale, per far sì che gli spettatori potessero immedesimarsi in Ben.” E poi ha parlato della tabella di marcia dello show, e di quanto questa abbia aiutato la sua interpretazione. “Ricordo il primo giorno dopo che la serie è stata approvata; eravamo a Wilmongton, in North Carolina, e pensavamo a quanto lavoro dovessimo fare. Erano 15 ore al giorno per 5 giorni a settimana, per un totale di 80 ore a settimana. È difficile da sostenere. Quindi mi si vede sempre più stanco con il progredire della serie, mi vedete perdere peso. Sono diventato lo specchio del crollo di Ben.

La domanda però è sempre una: è colpevole? Phillippe non ha chiesto la risposta, quando ha accettato la parte.

“Ho detto che non volevo saperlo. L’ho scoperto ovviamente verso la fine delle riprese, ma non aveva importanza perché almeno il 95% di lui crede davvero di essere innocente. Quindi anche se si scoprisse colpevole, non ne sarebbe mai stato davvero cosciente. Quindi non avrei cambiato il mio approccio al personaggio: lui crede davvero di essere innocente.”

Inoltre Phillippe è convinto che il remake americano abbia catturato “il cuore e lo spirito” dell’originale australiano, seppur rimangano show diversi e con un finale diverso.

Fonte.

Traduzione a cura di Lucia

Comments

comments