Il finale di Empire: il co-creatore Danny Strong parla del finale in sospeso, anticipa la seconda stagione, BlackLivesMatter e i segreti del suo successo.

Empire

Dopo una prima stagione che ha visto il dramma familiare sull’hip-hop Empire rompere tutte le regole recenti della televisione ed è salito negli ascolti settimana dopo settimana dal suo debutto del 7 gennaio, la serie creata da Lee Daniels e Danny Strong ha avuto il suo finale di stagione lungo due ore la scorsa notte. Daniels, Strong, la showrunner Ilene Chaikene il produttore esecutivo Brian Grazer hanno caricato molto in quei 120 minuti quando alcuni dei problemi di questa stagione come la razza, la sessualità, la successione, il tradimento e la classe sono arrivati ad un climax da soap opera.
Con fini, sia letterali che figurate, e nuovi inizi, le due linee di trama più importanti si sono risolte, con Lucious Lyon (Terrence Howard) che scopre che non stava veramente morendo di SLA e il secondo figlio Jamal (Jussie Smollet) consacrato erede dell’impero invece dei suoi due fratelli rabbiosi Andre (Tray Byers) e Hakeem (Bryshere Y. Gray). Con Mario Van Peebles che ha diretto la prima ora e Debbie Allen al comando della seconda, il dodicesimo episodio della stagione ha anche avuto risse a colpi di pugni e tirate di capelli, l’omicidio del cugino Bunkie da parte Lucious è stato rivelato a Cookie (Taraji P. Henson), un altro membro della cerchia più interna sembra sia stato ucciso, e l’offerta pubblica iniziale preparata da tutta la stagione è scattata – con un contrattempo in galera.
Scavando nella vergogna del razzismo in America, rovesciando il genere della soap, l’influenza di Norman Lear, e visto l’annuncio della seconda stagione per il 17 gennaio, Strong ha parlato con me del finale di stagione e della chiave per il successo dello show.

DEADLINE: Hai promesso che non ci sarebbero stati cliffhanger la scorsa settimana, Danny, eppure avete finito la prima stagione con Lucious Lyon che viene arrestato, in prigione che promette “E’ ora di giocare, stronzi.”. Come può essere questo non un cliffhanger?
STRONG: Beh, penso che questo sia un cliffhanger. La nostra showrunner ed io abbiamo scrittto insieme l’episodio 12 e non l’ho visto veramente come un cliffhanger perché per me, era il fatto che noi avremmo risolto la SLA di Lucious questa stagione e chi avrebbe ereditato l’impero. Questo è più o meno ciò a cui mi riferivo quando ho detto nessuna Laura Palmer.

DEADLINE: Quindi Lucious non sta morendo, sta solo guardando la sua OPI fallire e la sua compagnia collassare da dentro una cella?
STRONG: Beh, ma quello è un nuovo colpo di scena. Sì, è un cliffhanger.

DEADLINE: Sì lo è e mi ha fatto pensare a come Lee Daniels ha parlato di voler portare indietro Empire alla strada e di guardare al ghetto e alla povertà di oggi nella stagione 2. E’ quello di cui si vede una parte nel finale? Ci dovrà essere una ricostruzione per Lucious sia personalmente che per la compagnia?
STRONG: Sapete, non posso rispondere a quella domanda perché, 1, abbiamo solo una vaga idea per la prossima stagione. Cioè, ne stavamo parlando proprio ora, e 2, abbiamo appena lasciato la prima stagione. Quindi non mi piacerebbe molto parlare di quello che faremo nella prossima stagione perché quel processo è solo iniziato. Per quanto riguarda ritornare al ghetto, quello è solo Lee. Non ha paura di censurare se stesso o i suoi pensieri, ma siamo solo nelle prime fasi di incominciare a pensare alla prossima stagione.

DEADLINE: OK, lasciamo stare la seconda stagione e parliamo della stagione appena completata. E’ stato un viaggio incredibile, con Empire che cresceva settimana dopo settimana per diventare lo show broadcast numero 1. Una ragione del successo potrebbe essere perché guarda onestamente ai problemi di diversità e razza in America. Problemi che sono spesso trattati come cosa da cui vorremmo allontanarci invece di affrontarli direttamente.
STRONG: Mi ricordo quando The Butler è uscito e leggendo le recensioni, e non è che il film sia stato ricevuto malamente, ma c’erano alcune recensioni dove sembrava che non stessero parlando del nostro film in nessun modo. Parlavano di qualunque tipo distorto di razzismo che avevano,e qualche volta, quando leggo cose su Empire, è la stessa cosa. E’ una materia così volatile per le persone.

DEADLINE: Perché pensi che ci sia questo nel 2015?
STRONG: Penso che ci sia un sacco di vergogna nelle relazione razziali in America. C’è molto senso di colpa soppresso che riesce comunque ad agitarsi. Lo vedo tutto il tempo, e anche se si oppone al cercare in qualche modo di affrontare il problema di petto, stanno attaccando e quindi portando avanti il problema pensando di essere sofisticati e post-razziali, quando, di fatto, stanno solo regredendo.

DEADLINE: E’ parzialmente per questo che c’è stato quel riferimento alla conferenza stampa di Lucious su BlackLivesMatter nel finale?
STRONG: Una delle cose belle del nostro show è che possiamo farlo. Il fianle non è in alcun modo un episodio sulla razza, ma, di colpo, possiamo buttarcelo, ed è perfettamente organico alla racconto della storia. In Empire, possiamo affrontare problemi sociali che sono importanti e continuare a discuterne in un modo che non è ne moralizzatore ne sbattuto in faccia. E’ completamente organico perché nel mondo reale quello potrebbe succedere. Adoro il fatto che possiamo fare questo nello show.

DEADLINE: Un altro argomento trattato nello show è l’omosessualità e il pregiudizio che Lucious sente verso il suo secondo figlio Jamal per essere gay. Lo show è iniziato con lui che prendeva in giro Jamal, un flashback di Lucious che lo buttava nella pattumiera quando era giovane, e la stagione è finita con Jamal che riceve la compagnia da suo padre. Un sacco di cruda onestà e un cambiamento drammatico.
STRONG: Lucious ha avuto l’arco più profondo della stagione per quanto riguarda il capire e l’accettare la sessualità di suo figlio, ed è stato uno dei temi portanti della stagione con l’affrontare l’omofobia in maniera onesta.
E’ interessante come tu ed io stiamo arrivando ad una grande discussione sulla razza, quando, di fatto, lo show non riguarda molto la razza. Lo show riguarda le classi sociali. Riguarda artisti che creano arte. Riguarda la diabolica natura del business della musica. Riguarda una famiglia che si sta distruggendo per i soldi, quando sono arrivati da un inizio difficile, e adesso sono incredibilmente ricchi. Abbiamo anche visto cosa il denaro ha fatto loro, e uno dei più grandi temi portanti della stagione era, come ho detto, affrontare l’omofobia in modo onesto. E adesso che vediamo che Lucious è arrivato ad un punto di accettazione in un modo che penso sia molto adorabile e toccante, adesso dobbiamo portare la storia ad un altro punto nella prossima stagione.

DEADLINE: Pensi che il fatto che Empire abbia l’opulenza, abbia l’hip-hop, gli intrighi di una soap di prima serata e allo stesso tempo affronti problemi come la classe, la razza e il genere è il motivo per cui abbia avuto così tanto successo dall’inizio?
STRONG: Penso che sia uno dei fondamenti che ci sia, e penso che elevi il materiale. Una delle prime conversazioni che io e Lee abbiamo avuto dopo aver deciso di farlo come serie tv invece di un film era che abbiamo incomiciato istantaneamente a parlare di Dallas e Dinasty. Abbiamo anche, nella stessa conversazione, incominciato a parlare di capovolgere il genere parlando di problemi sociali e facendo un drama realistico e urbano facendone allo stesso tempo una soap opera.
Penso sia quello uno dei segreti al successo dello show. Che stia lavorando su entrambi i livelli, e il drama dal carattere complicato bilanci i succosi colpi di scena da soap. Così i colpi di scena da soap sono esplosivi, ma abbiamo questo drama che lo mantiene emozionante e reale.

DEADLINE: Lee ha tirato fuori l’influenza di Norman Lear in passato e la nozione, e queste sono parole mie non sue, di buttarsi in certi argomenti nel dibattito americano via TV, come ha fatto Lear negli anni ’70 con All In The Family e altri successi dei suoi.
STRONG: Lee è vicino a Norman Lear e lo tira fuori in quel modo. Per me, è più che altro quello che faccio con il mio lavoro, punto. Non sono interessato nel lavorare in cose che non abbiano qualche elemento di giustizia socialeo che non affrontino qualche tipo di problema sociale in un modo che penso si importante, o interessante, o complesso. Lee fa lo stesso, e penso sia per questo che la nostra collaborazione abbia avuto tanto successo in questi due progetti. Abbiamo gli stessi desideri nel raccontare storie.
Per me, è meno l’insinuarsi e più quello che penso sia lo scopo dell’arte, cioè di mettere in luce e discutere. Per me, scrivere riguarda intrattenere e parlare di materie che sono importanti per me, ma penso anche che questi elevi il materiale e lo renda una migliore, più drammatica, più eccitante esperienza di visione. Penso che migliori tutto. Che lo renda più interessante, ma anche più drammatico perché la materia di se e per se è drammatica.

DEADLINE: Parlando di drammatico, c’è stato un vero cambiamento di tono dalla prima ora alla seconda ora del finale. Per prima cosa, ci sono state molte scazzottate – Cookie e Anika, la battaglia forse fatale di Andre e Vernon.
STRONG: Già. Penso che quelle due risse sono solo una naturale progressione della storia nella costruzione del finale, e sembrava come se fossimo in un finale. Siamo nei nostri ultimi episodi della stagione, e i casini succedono, e questo è quello che è successo. Un casino.

DEADLINE: Un’altra cosa che è successa è che abbiamo conosciuto il vero nome di Lucious Lyon – Dwight Walker. C’è un messaggio nascosto nel nome?
STRONG: Non posso dirvi queste cose. Dovrete solo continuare a guardare perché scommetto che verrà fuori.

 

Fonte.

Traduzione a cura di Maria Beatrice

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