UnREAL e Scream sono le serie dell’estate: ecco perché

In un’estate torrida e faticosa, in cui vorremmo semplicemente andarci a fare un giro alla barriera… nudi. Un po’ per provare a salvare Jon Snow, un po’ per egoismo e voglia di gelo, due show che no – non sono Emmy-worthy quando si tratta di parlare di sceneggiatura o recitazione – ma che INTRATTENGONO e spingono il telespettatore più che mai, toccando corde inaspettate e stupendo con elettrizzanti colpi di scena , hanno fatto breccia nel mio cuore.

Si tratta di UnREAL di Lifetime e Scream di MTV.

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UnREAL usa uno dei meccanismi che a me sta più a cuore: la metatelevisione. La televisione nella televisione – o meglio, il parlare di come si fa televisione in uno show televisivo.

Ambientato nel dietro le quinte di uno show chiamato Everlasting (che strizza l’occhio a The Bachelor e The Bachelorette, due “Veri” programmi trash a stelle e strisce della ABC che hanno la stessa premessa), la serie si concentra su Rachel (interpretata da un’inedita – in questa versione – Shiri Appleby, la Liz di Roswell), una produttrice con una sorta di morale, in un campo nel quale la morale non esiste.

Rachel non è una santa, ma è l’unica che si fa – almeno inizialmente – qualche scrupolo quando si tratta di vendere l’anima al diavolo per far aumentare i ratings.

Lo show, per gli standard di Lifetime, è davvero molto spinto e va dove di solito molti non hanno il coraggio di andare.

C’è soap, ci sono elementi trash, cliffhanger e ci si spinge oltre i limiti, spesso. UnREAL rappresenta tutto ciò che c’è di sbagliato moralmente parlando e tutto ciò che c’è di giusto nel fare televisione.

UnREAL è molto interessante a livello di psicologia umana e sociale. Spazia nel trattare temi come l’omosessualità, la depressione e la fatica di crescere, fino a mostrare una scena – che ha scomodato anche l’Huffington Post – nella quale la protagonista femminile si masturba e non riesce a raggiungere l’orgasmo con un porno… ma lo raggiunge con un video di lei e il suo ex che fanno piani di vita.

Lo show è molto smaliziato e mostra anche scene molto spinte, lontane dagli standard di Lifetime. Non è solo un modo di vedere ottima tv da guilty pleasure, ma è anche un modo per entrare nei meccanismi psicologici – e orribili – della reality television.

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Scream è stato una vera rivelazione. Essendo un grande fan della saga, avevo paura che lo show avrebbe rovinato un nome importante per l’horror.

Un franchise che ha rivoluzionato il genere e usato i cliché a proprio vantaggio.

La serie ha un’impronta molto TEEN DRAMA, ma è ciò che ha funzionato spassionatamente nel primo capitolo. E’ self-aware, quindi consapevole di essere un meta-prodotto.

Ci sono tantissime citazioni al mondo delle serie tv, quindi è pure gold per me. E Noah ci spiega sempre – con violini in sottofondo – che cazzo sta succedendo.

Willa Fitzgerlad è una meravigliosa final girl/scream queen, e pur essendo la trama molto diversa rispetto a quella dei film originali, viene utilizzato un elemento MITOLOGIA che ho sempre amato nell’opera originale di Williamson (la storia di Sidney e di sua madre è sempre stata molto affascinante).

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Questo è molto più di uno slasher, è un murder mistery con una STORIA. Brandon James, che ricorda Jason di Venerdì 13 (alzi la mano chi non ha avuto brividi da macete nella scena al lago), è il punto di forza.

Ma il vero quid che ci fa impazzire è come ci stanno facendo affezionare a personaggi che molto probabilmente perderemo.

Qui UnREAL e Scream funzionano. Si spingono dove altri show – del genere – non si sono spinti. Qui la gente muore davvero, qui gli scandali hanno davvero un impatto sui personaggi.

 

 

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