Una Mamma Per Amica: Amy Sherman-Palladino rivela come l’improbabile revival di Netflix ha preso forma (Parte 1)

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Le riprese di Gilmore Girls: Seasons (Una mamma per amica: Stagioni) iniziano ufficialmente martedì a Los Angeles e la creatrice della serie Amy Sherman-Palladino è un tantino stressata.
“Questi ultimi giorni sono stati assurdi, “ ammette l’autrice che ha scritto e dirigerà il revival in quattro parti con il marito Daniel Palladino. “Abbiamo fatto la prima lettura di gruppo del copione venerdì. Ne faremo un’altra oggi. E poi inizieremo le riprese [domani].”

Fortunatamente, Amy Sherman-Palladino è riuscita a ritagliare mezz’ora dalla sua pazza tabella di marcia per rispondere alle mie domande scottanti sul seguito di 360 minuti. E poiché avevo un sacco di domande scottanti, dividerò il Q&A in più parti, con questa prima parte che si concentra sul tortuoso tragitto del progetto a partire da un hotel a Sag Harbor fino ad arrivare al via libera di Netflix.
TVLINE |In mezzo a tutta questa follia, sei riuscita a fare un passo indietro e digerire tutto?
No. [Ride]
TVLINE |Sul serio? Non hai avuto un momento del tipo, “Wow, sta succedendo davvero?”
La cosa strana per me e Dan è che ci stiamo lavorando da maggio. Abbiamo lanciato l’idea più o meno in concomitanza con l’ATX Television Festival a giugno. Non hanno abboccato, ma è allora che l’abbiamo lanciata. E poiché sono quattro film da 90 minuti sostanzialmente, ci è voluto tanto lavoro per mettere tutto insieme. Poi ci sono state le prime negoziazioni, che non avevano niente a che fare con gli attori. E poi ci sono state le negoziazioni degli attori… È stato semplicemente un processo davvero lungo. Più lungo di qualsiasi altro progetto in cui sia mai stata coinvolta. È come il processo di un nuovo pilot, in cui il piloto dovrebbe già essere stato scelto e girato, tranne che noi stiamo per girarlo adesso.
Ci sono vari momenti. Come quando ho camminato nel parcheggio della Warner Bros. con Lauren [Graham]. Perché Lauren un giorno è venuta ed era alle prese con gli addetti a trucco e capelli e stavamo tutti camminando nel parcheggio ed era semplicemente strano. E poi stavamo andando verso il set. Ed è la casa di Lorelai. Oppure è il Dragonfly Inn. Momenti così sono semplicemente fuori di testa. E poi ricordo, “Oh, questo è lo strano stand di fronte all’ufficio di Peter Roth [il presidente di Warner Bros. Television] che ha gli hamburger di tacchino.” [Ride] È davvero surreale. È stato molto divertente scrivere di nuovo per questi personaggi. Ci è mancato farlo. È solo che il processo del concludere l’affare ci ha messo dannatamente tanto. Ogni giorno entravamo ed eravamo tipo, “Ok, non succederà oggi. Beh, dobbiamo continuare a scrivere!” Sono stati sei mesi di, “Dobbiamo solo continuare a scrivere perché, chi lo sa?” [Ride]
TVLINE |Quindi avete lanciato l’idea a maggio. Quando avete deciso tu e Dan che volevate veramente dedicarvi a questo?
Io e Lauren ne abbiamo parlato un paio di volte nel corso degli anni, “Dovremmo farlo? Oppure no?” Abbiamo sempre saputo che doveva essere il momento giusto. E non sempre la Warner Bros. si sentiva coinvolta. O una delle ragazze non si sentiva coinvolta. O era il momento sbagliato. Era solo una cosa passeggera. Poi ad un certo punto abbiamo pensato, “Ok, probabilmente non succederà.” E poi [il catalogo di Una mamma per amica è stato acquisito da] Netflix e all’improvviso camminavamo per New York e gli studenti della NYU venivano verso di noi ed erano tipo, “Oh! Guardo lo show. Era lo show preferito di mia madre e ora lo guardo con lei!” Abbiamo realizzato che c’era un nuovo pubblico per lo show. E abbiamo pensato, “Bene, ora che esiste Netflix, forse è arrivato il momento di parlare di come vorremmo farlo.” E poi io e Dan ci abbiamo meditato su.
Non volevamo fare una nuova versione della serie. Pensavamo che se dovevamo fare qualcosa, volevamo fare una cosa un po’ speciale. Adoro Sherlock. E adoro il loro format, perché i loro [episodi sono più] che un semplice episodio. Arrivano a durare fino a 90 minuti a volte. Così abbiamo pensato, “Perché non facciamo qualcosa di simile?” All’inizio stavamo per lanciare l’idea di tre [episodi]. E poi abbiamo pensato… quattro stagioni, perché le stagioni avevano un grosso peso per lo show. C’era quella della neve e l’autunno e la primavera e i festival… ha dato un enorme significato [a Stars Hollow]. E abbiamo pensato che sarebbe stato un bel modo di rimetterci in pari con tutte e tre le nostre ragazze Gilmore nel corso di un anno. A questo punto, ci siamo rifugiati in un hotel a Sag Harbor e abbiamo disposto per terra dei biglietti per le quattro stagioni e ci siamo fatti un’idea generale di come pensavamo sarebbero state le nostre storie. Poi siamo andati avanti e l’abbiamo lanciato.
È stato interessante perché siamo tornati e c’era Peter Roth e ci guardavamo tutti tipo, “Oh, di nuovo tu! D’accordo ci siamo già passati!” Peter ha sempre amato davvero lo show. È stato un bell’incontro. Così abbiamo lanciato l’idea. E poi ci sono stati [quelli che sono sembrati] 12 anni di discussioni che mi hanno fatto invecchiare. Ho 100 anni ora. Spero di riavere un po’ del mio vigore giovanile indietro, quanto basta per sopravvivere alla regia di questi episodi.
TVLINE |Quindi, gli episodi – intitolati “Inverno,” “Primavera,” “Estate” e “Autunno” – sono un’ovvia allusione a Carole King. Ma quell’ordine ha funzionato anche per voi in termini di storia?
Sì, è come fa la canzone, quindi tutti avranno una certa familiarità. Ma, da un punto di vista narrativo, ha davvero funzionato. Ha funzionato aprire con la neve e avere un ambiente più freddo, più desolato. E poi chiudere con una cittadina dorata più calda e lussureggiante, che si presta a come finirà la storia. Stranamente, la parte difficile non è stata ideare queste storie. [La parte difficile è stata che] avevamo un sacco di materiale che dovevamo estrarre. All’inizio abbiamo pensato, “Come faremo a riempire 90 minuti?!” E poi, “Come faremo a rientrare in 90 minuti?!” E così è diventato assurdo, “Oh, merda, siamo arrivati a tre ore!”

Fonte

Traduzione a cura di Antonella

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