Totorecensione in Anteprima – How to Get Away With Murder 1×01 Pilot

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Ieri sera, al Roma Fiction Fest, ho avuto la fortuna di assistere all’anteprima mondiale di uno dei pilot più attesi della stagione 2014/2015 USA: How to Get Away With Murder.

Il pilot è prodotto da SHONDALAND, la casa di produzione di Shonda Rhimes (Grey’s Anatomy, SCANDAL), e Shonda è uno degli executive producers dello show, ma sfatiamo un mito: questa nuova creatura non l’ha partorita lei, la serie è stata creata da Peter Nowalk, nel team di Shonda da tempo, un talentuoso screenwriter che si è anche occupato della scrittura di questo – affascinante, seppur pieno di cliché – pilot.

Il cast vanta la presenza di Viola Davis, nominata all’oscar per Doubt e The Help (in cui è strepitosa), che per la prima volta prende le redini da lead in uno show televisivo. Ritroviamo la favorita da Shonda Liza Weil (Paris in Gilmore Girls), Alfred Enoch, il “Dean Thomas” del Potterverse e Matt McGorry di Orange is the New Black.

La serie è confenzionata per essere un successo: a partire dalla produzione al titolo twitter-friendly e hashtagoso #howtogetawaywithmurder (anche se terribile da abbreviare HTGAWM), all’abbinamento con le sisters series Grey’s Anatomy e Scandal al ritmo serrato con cui viene raccontata; non c’è un attimo di tempo per respirare, in questo c’è più lo stampo di Scandal che di Grey’s Anatomy, e per la broadcast television – rispetto ad una cable che spesso offre prodotti più lenti – è oro puro. Se amate Grey’s Anatomy e soprattutto Scandal, amerete How to Get Away With Murder. Questa – come lo è stata Scandal all’apice nella stagione 2 – è una serie da distributore automatico.

Cos’è una serie da distributore automatico? È lo show di cui parli a lavoro con i colleghi il giorno dopo la messa in onda, davanti al distributore automatico. Fa parlare di sé. Il pilot termina con un cliffhanger che ti invoglia a volerne di più.

HOW TO GET AWAY WITH MURDER letteralmente vuol dire “Come farla franca con l’omicidio,” e mai titolo fu più diretto di questo, perché il personaggio di Viola Davis, la professoressa Annalise Keating, è un avvocato che fa del tutto per farla passare franca ai suoi clienti: che siano innocenti o meno. E in questo coinvolge in modo attivo i suoi studenti di corso, ai quali dà la possibilità di unirsi nella sua squadra tramite una sfida all’ultimo sangue che può essere considerata “Hunger Games: catching prove che scaggionano.”

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I cinque studenti vittoriosi rappresentano i protagonisti ai quali ci legheremo nella storia: stereotipati un bel po’ per quanto riguarda la caratterizzazione iniziale, abbiamo l’outsider che sembra spaesato e fuori dal mondo, abbiamo la ragazza promettente che farebbe qualsiasi cosa per un caso, abbiamo IL ragazzo promettente che farebbe qualsiasi cosa per risolvere il caso, abbiamo il “so tutto io” e abbiamo la ragazza idealista che va un po’ contro la premessa di “How to Get Away With Murder,” non voglio entrare nei dettagli e fare spoiler, ma sembra chiaro fin dal pilot che ci saranno dei grossi discorsi sulla morale di quello che rappresenta il difendere un qualcuno che è colpevole e di farlo con qualsiasi mezzo.

Il pilot presenta un “Case of the Week,” quindi la storia potrebbe avere una forte impronta procedurale tipica del legal drama, ma questo fattore non disturba, poiché la trama orizzontale – quella che affascina di più – rende sopportabile un’eventuale svolta procedural; quindi non credo vivremo mai episodi auto-conclusivi, come può succedere per Law & Order e affini. È comunque uno show SERIALIZZATO che “bazzica” nel procedurale. È un mash-up.

Come vi ho accennato, è LA TRAMA ORIZZONTALE, il mistero generale, ciò che affascina di più: il pilot si apre proprio con un flashforward che rimanda alle atmosfere di “I Know What You Did Last Summer” di Kevin Williamson, con tanto di arma del delitto, occultamenti e tutto ciò che ne consegue – mistero che ne racchiude un altro, perché c’è anche una svolta “whodunit?” How To Get Away With Murder ha la sua Laura Palmer, ha la sua Rosie Larsen, una ragazza del campus trovata morta, collegata ad alcuni dei personaggi centrali dello show. Questa è una serie limitata, 15-16 episodi a stagione, quindi c’è possibilità che il mistero principale – come aimé è successo per molte serie – non stanchi e non venga tirato per le lunghe.

Ciò che forse funziona di meno nel pilot sono i personaggi: non fraintendetemi, ci sono one-liners fantastici, caratterizzazioni simpatiche e coinvolgenti (il personaggio della Davis regala grandi soddisfazioni) e delle svolte che intrattengono, ma non si va a fondo: probabilmente perché è il pilot, ma in Grey’s Anatomy ci sentiamo subito legati ai personaggi perché vengono approfonditi dal minuto 1 – sarà la voce fuoricampo di Meredith – in questo How to Get Away With Murder è molto più vicina a Scandal, meno “character driven” e più “events driven,” nel senso che sono gli eventi fuori controllo e la trama che si muove ad un ritmo serrato che guidano la serie. La serie è cinica, non lascia troppo spazio ai sentimenti. Spero che ci si prenderà un po’ di tempo per approfondire le psicologie dei personaggi anche a sfavore del ritmo veloce. Insomma, questa trama fatta di flashforward, scene brevi e dirette e dialoghi veloci ma serrati è un’arma a doppio taglio. In poche parole: voglio più anima, anche a discapito di meno “Oh mio Dio.”

In conclusione: lo show non delude, è accattivante, fatto per un pubblico che esige misteri, ritmi veloci, elementi soap (e ce ne sono) e il fattore “OMG.” L’unica riserva riguarda la questione “anima dei personaggi” che può essere totalmente riconsiderata con l’andare degli episodi.

DA TENERE D’OCCHIO: Jack Falahee, che interpreta Connor Walsh.

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Voto: 8

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One thought on “Totorecensione in Anteprima – How to Get Away With Murder 1×01 Pilot

  • 16 settembre, 2014 at 3:50 pm
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    Complimenti per la dettagliata recensione, è una serie che avevo già intenzione di vedere e ora mi hai incuriosita ancora di piu’!

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