Ryan Murphy: le verità, gli errori con il cast di Glee, riflessioni su AHS, Scream Queens, Nip/Tuck

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Ryan Murphy è sicuramente uno dei creatori/produttori più popolari nel mondo dei telefilm: si è fatto un nome con Nip/Tuck, Glee e franchise come American Horror Story.

Leggendo una sua intervista con The Hollywood Reporter, ho deciso di riportarvi gli spezzoni più interessanti.

Riguardo la sua infanzia:

Mio padre mi faceva sedere in cucina, alle 3 di notte, con una sigaretta accesa e un timer che scorreva, e mi diceva in continuazione: “non vedo me stesso in te e vorrei sapere perché.” Come puoi rispondere quando hai solo 6 anni?

Non lo so, non sono atletico, non sono fisicato come te. Sono piccolo e sono me stesso, non so cosa tu voglia dire. Ma ogni anno che passava, diventa più dura, fino a quando è finita con “non voglio essere te, non voglio vivere qui

Ryan rivela anche quando sua madre scoprì – quando aveva 15 anni – che frequentavo un ragazzo di 22 anni di nome Drew, lo mise in punizione.

Murphy dice – comunque – che avrebbe messo anche lui in punizione un figlio quindicenne per essere uscito con una persona di 22 anni, senza considerare la sua sessualità. Si tratta di un qualcosa che va oltre.

Riguardo il liceo:

“C’erano persone che mi chiamavano frocio, il mio obiettivo era farmele amiche. E poi finivo per fare sesso con i loro fidanzati”

“La mia domanda era: perché non posso essere popolare? Perché non posso essere presidente di quel club? Questa è stata sempre una questione importante per me”

Mentre Popular è durato due stagioni, Murphy rivela che ci è molto affezionato, ma che The WB (il network) chiedeva spesso di togliere alcuni aspetti dallo show (cose che sembravano troppo gay – anche se era detto in maniera diversa, per zuccherare il tutto).

Con Nip/Tuck, Murphy si è detto “Fanculo, scriverò quello che voglio vedere”

Ryan aveva difficoltà a digerire alcune critiche rispetto alle sue creature, specialmente quelle che riguardavano il classico “inizia bene, fa meravigliosi pilot, bellissime prime stagioni e poi va tutto a scatafascio,” e Murphy si sente di nuovo quel ragazzo al liceo che vuole piacere a tutti, che vuole diventare amico di chi lo critica.

Glee è stato un fenomeno di cultura popolare, ma Ryan non è contento di come si è comportato alcune volte:

 

“Sono devastato rispetto a tutto ciò che è successo in quello show. Ero lì con loro tutto il giorno, finivamo di lavorare e poi andavamo a divertirci tutta la notte, e credo che in un modo strambo e pazzo stessi cercando di rivivere la gioventù che non avevo mai avuto, pensavo che loro (il cast di Glee) volessero un genitore, ma non era così. Loro non volevano che io gli dicessi che cazzo fare. Non volevano che gli dicessi come dovevano comportarsi gli uni con gli altri o come funzionava il mondo alla fine del giorno. Vorrei poter tornare indietro e fare le cose in modo diverso con molti di loro. Con alcuni sono ancora molto amico: Lea Michele, Chord Ovestreet e Darren Criss – ma con altri le cose non sono andate bene e me ne pento. Credo che avrei dovuto semplicemente lasciare che scoprissero questo mondo da soli.”

Con Scream Queens, nonostante il successo sui social, Ryan si è sentito FINITO quando sono usciti i live ratings, si è detto “ecco, la mia carriera è finita,” ma la FOX lo ha rassicurato rispetto al fatto che i metodi per misurare il successo di uno show sono cambiati, adesso si sente meglio ed è anche pronto ad un’eventuale season 2, sta già lavorando ad alcune idee.

Per quanto riguarda American Horror Story, è il primo show con il quale Murphy riesce a godersi il successo.

Il format antologico, permette a Murphy e gli altri di non annoiarsi mai, e le 70 nomination agli Emmy non guastano neanche.

Lo ami o lo odi, Ryan Murphy è davvero un personaggio particolare, che a quanto pare ha molto da dire non solo nei 40/70/90 minuti di un episodio televisivo.

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