Il vestito misterioso: spiegazione scientifica + Parodie

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Il Dressgate (mistero del vestito di diversi colori) ha letteralmente conquistato Internet oggi, grazie a Wired e BuzzFeed abbiamo tentato di avere una risposta scientifica:

Potrebbe dipendere dall’età? “La lente dell’occhio cambia nel corso della vita e si è meno sensibili alla luce blu quando si diventa più grandi”, ha detto il dottor Jay Neitz, ricercatore presso l’Università di Washington, a Vice.

Ma anche il tipo di illuminazione potrebbe influire: la foto è stata scattata in una condizione di luce “bluastra” ed è per questo che alcune persone lo vedono bianco. “Se entro in una stanza e accendo una luce completamente rossa, le cose bianche riflettono tutta quella luce rossa”, spiega il dottor Neitz. “Ma se ho anche una cosa rossa, non la vedrò rossa”.

E che si può dire del colore dello sfondo? Può fare la differenza per il modo in cui percepiamo le cose. Diverse lunghezze d’onda corrispondono a diversi colori: “La luce colpisce la retina nella parte posteriore dell’occhio, dove pigmenti colpiscono le connessioni neurali della corteccia visiva, la parte del cervello che elabora i segnali in un’immagine”, spiega Wired.

Ok, ma come si spiega che ognuno di noi percepisca colori tanto differenti? La nostra visione è fortemente influenzata dal cosiddetto processo “top-down”, ha detto John Borghi, neuroscienziato cognitivo alla Rockefeller University, a BuzzFeed News. “Il processo top-down, inizia nel cervello e scorre verso il basso, filtrando le informazioni attraverso la nostra esperienza e le aspettative per produrre percezioni”.

Ogni persona ha un insieme diverso di esperienze e aspettative, così come differenti livelli di attenzione e particolari movimenti oculari. Ad esempio, quello che avete guardato poco prima di guardare il vestito potrebbe influenzare il modo in cui il cervello percepisce i colori: “Potrebbe anche essere che abbiate visto vestiti (o tessuti) con la stessa struttura o forma in precedenza ad aver influenzato la vostra percezione”. Questo fenomeno generale si chiama adescamento.

È interessante notare che gli scienziati non sanno molto di differenze individuali nella percezione, ha detto Riener. “Le differenze individuali tendono a non ricevere più attenzione da parte dei ricercatori percettivi, dal momento che ci concentriamo su come gli occhi funzionino in generale. E, in generale, i nostri occhi lavoro in maniera molto simile”.

Intanto iniziano ad arrivare le parodie e le campagne marketing:

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