Il boss di Mad Men parla della velocità, della segretezza e del canto del cigno dell’iconico drama di AMC.

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Dolcezza, prendi nota: Sterling Cooper & Co. di Mad Men chiuderanno le porte per l’ultima volta quest’anno, quando il drama di AMC manderà in onda il suo preannunciato – e, secondo il creatore della serie, Matthew Weiner, il tanto a lungo pianificato – finale.

“Fin dal lancio dello show sapevo già cosa sarebbe successo nel finale, quando mi illudevo che sarebbe andato avanti per un po’. Ma non avrei mai pensato che avremmo realizzato 92 ore,” dice Weiner a TVLine. “Ho programmato il finale tra la quarta e la quinta stagione ed è rimasto così.”

Al suo debutto nel 2007, Mad Men era un pezzo in costume molto logorroico, con protagonisti una serie di attori relativamente sconosciuti, che si piegavano ad un canale via cavo che non aveva mai mandato in onda una serie scritta su copione prima di allora. Nell’arco di sette stagioni, le innumerevoli bravate di Don Draper e i suoi colleghi dell’impresa pubblicitaria hanno reso i membri del cast delle vere e proprie star – tra questi Jon Hamm ed Elizabeth Moss – e hanno garantito a Weiner la reputazione di un capo attento ai dettagli e che tiene molto alla segretezza.

E a proposito si segretezza, il geniale creatore della serie non entra nei dettagli riguardo i successivi episodi – proprio come ha sempre fatto – né ci dice se il finale della serie verrà discusso a lungo dopo che andrà in onda.

“Non lo so. Spero di sì,” dice sorridendo. “In un certo senso ho fatto storia con lo show, negli ultimi dieci anni e ho imparato che le cose vengono metabolizzate col tempo. È stupido tirare a indovinare.”

Continuate a leggere l’articolo in cui Weiner parla della complicata storia di Don e Peggy, della sua insistenza nelle audizioni e degli alti livelli di segretezza dello show, degni del Pentagono.

TVLine: L’azione in Mad Men si è sempre sviluppata lentamente, ovvero in una stagione possono succedere grandi cose, ma da un episodio all’altro non si nota un cambiamento.
Weiner: Ricordo di aver letto una recensione della quinta stagione, quando Lane si uccide e Joan ha una relazione con il tizio della Jaguar. È accaduto così tanto in quella stagione, ma comunque qualcuno diceva, “Siamo arrivati alla fine e non è successo niente.” Non so neanche più cosa si intenda quando si dice “succede qualcosa” – quando è in negativo stai sempre sulla difensiva – ma mi piace pensare che non ci sia una formula e che ogni episodio sia a se stante.
L’episodio preferito da molti è “The Suitcase” [della quarta stagione] che è un episodio riempitivo. Cosa mette in moto la storia e cosa è importante sono due cose diverse. Non usiamo una formula, perciò mi piace pensare che ogni episodio sia a se stante, come un breve film, fermo restando che la storia prosegue e si spera che quando si arriva alla fine si capisca il progetto. Vogliamo che i finali lascino una sensazione di essere giunti alla fine di una lunga storia, e che si notino dettagli importanti ai quali non si aveva badato. La cosa di cui vado più fiero è che, anche se c’è un crescendo, dove inizi con l’episodio 1 e dove finisci con l’episodio 13, o 14 che sia, non sono due punti molto distanti. Forse il trucco è che ci vuole tanto tempo. Non lo so. C’è gente che guarda tutte le stagioni in un pomeriggio. Questo non lo posso controllare.

TVLine: Ma è frustrante, quando –
Weiner: Sai cosa è frustrante? L’unica cosa di cui posso lamentarmi è la conversazione che avviene subito dopo, quando la gente scrive mentre lo guarda – e lo so che avete delle scadenze – ma così non lo si assapora. Scrivono semplicemente cosa accade e cosa accade non è importante quanto come accade…Qualcuno come me, fissato con i dettagli, legge queste recensioni e penso che è una valutazione e un voto dato dopo 15 secondi passati a pensare a qualcosa sul quale noi abbiamo speso molto più tempo a lavorarci. So che non posso farci niente, ma è frustrante.
Ma la cosa più interessante è vedere uno schema di commenti del tipo, “Questo è stato terribile. A chi importa di Pete? È un’altra storiella,” e cose così, ma il tempo di arrivare al finale di stagione e dicono, “Wow, ne valeva la pena per un finale così.” Poi tutto ricomincia con la stagione successiva, “Questo è terribile. A chi importa di Pete? Ricordate l’anno scorso? Era molto meglio.” Tornate indietro a leggere le recensioni. Ma in ogni caso, è fantastico avere l’opportunità di essere sempre in contatto con il pubblico e il desiderio dei fan di tenere una conversazione, che sia digitale o faccia a faccia, è la cosa più bella. La televisione ha quest’immediatezza. C’è ogni settimana e tutto in una volta. Puoi vedere tutto quello che è stato fatto fino a questo punto. È fantastico – e lo dico da telespettatore.

TVLine: Hai menzionato “The Suitcase.” Dimmi qualcosa su quell’episodio che non sappiamo.
Weiner: La cosa che tutti dovrebbero sapere, riguardo lo show in generale, è che sul copione c’è il mio nome, ma è il lavoro di tante persone, non solo il cast, il regista e i produttori. La storia è stata il risultato, diciamo, della relazione tra Don e Peggy e di tutte le cose non dette. Io e gli altri autori abbiamo fatto una lista di tutte le cose accadute tra i due e che non sono mai state affrontate e abbiamo cercato un modo per affrontarle. In una scena Don e Peggy sono al bar, quando c’è l’incontro di pugilato, e Peggy dice, “Come mai non ci hai mai provato con me?” Soprattutto in quella stagione, quando sembrava essere senza freni. Abbiamo richiamato quella scena nell’episodio “The Strategy,” nella settima stagione, quando entrambi avevano già fatto tanta strada. Adesso è Peggy che ha la responsabilità di decidere il lavoro e cosa significa sia per lei, come persona…sia per loro, legare sulla somiglianza dei loro problemi, non è solo una persona che modella la sua vita sull’altra.

TVLine: Trovo molto interessante come affrontate la fisicità tra i due. In “The Suitcase” e “The Strategy” i due si toccano in un modo che non è affatto strano, anche se normalmente non lo fanno.
Weiner: No, ma sono a lavoro… e anche se Don era andato a trovarla in ospedale [dopo che aveva partorito], che tipo di relazione hanno? La cosa che amo è che per me è reale. È molto incerta. Lui prova un sentimento per lei e lei per lui. Lei ha avuto la possibilità di conoscerlo meglio, lui le ha fatto cose terribili, lei l’ha ferito profondamente ed è proprio l’incertezza di un sentimento romantico. Lei è la sua migliore amica, ma anche la sua più grande critica. È una madre, sorella, figlia, moglie. È una combinazione di tutto. È questo il vantaggio di realizzare 92 ore di televisione. Creare una persona vera.

TVLine: Tu sei uno dei pochi in TV che possono permettersi di dire ad un attore, “Ti voglio per una parte, ma non posso dirti niente. Ci stai?”
Weiner: Spero che ce lo siamo meritato. Ma io sono così fin dall’inizio e qualcuno mi ha detto, “Ma chi è questo tizio? Chi se ne frega?”

TVLine: Eri così anche nella prima stagione?
Weiner: Sì, fin dal pilot. Molte persone non sono neanche state prese in considerazione perché si rifiutarono di venire a fare il provino. Adesso capisco che è una presa di posizione, che attori di esperienza meritino il diritto di venire assunti in base ai loro precedenti lavori. Ma ho sempre pensato che lo show fosse unico e anche le parti e faccio un’audizione anche al materiale. Non deve essere, “Dimostramelo.” Più che altro è, “Perché vorresti un ruolo che non hai neanche letto?”
Ogni singola persona apparsa nello show ha affrontato un’audizione in un clima più rispettoso e sereno possibile. Non c’è una persona che abbia avuto una parte senza aver fatto il provino, tranne Talia Balsam, che ha interpretato la moglie di John Slattery, ma lei aveva già fatto tre audizioni per The Sopranos. La conoscevo già molto bene, ho scritto la parte apposta per lei e sapevo che avrebbe funzionato.

TVLine: Un’ultima domanda: perché tutta questa segretezza, fin nei minimi dettagli, come l’anno d’inizio di una stagione?
Weiner: È una decisione commerciale. Oggi, nel mondo dell’intrattenimento, poche cose sono una sorpresa. Ci siamo guadagnati un angolino sul mercato, in cui promettiamo un’esperienza totalmente senza fondamento. Tutto ciò che avete è ciò che è accaduto prima, quindi dovrete sedervi e guardare senza avere la minima idea di cosa accadrà. A molta gente non piace.
Non voglio fare il timido o riservato. Sto cercando di proteggere un qualcosa che voglio vi godiate con tutta la tensione che causa, e spero che guarderete due volte: prima senza sapere cosa succederà e sentire la suspance viscerale e la seconda volta per farvi travolgere dalla trama. So che è una grande aspettativa, ma ci abbiamo messo tanto impegno.

Fonte.

Traduzione a cura di Giuliana

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