Come “Shameless” ha costruito la coppia più unica e meravigliosa della televisione

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La dinamica tra Ian Gallagher (Cameron Monaghan) e Mickey Milkovich (Noel Fisher) in “Shameless” rimane una delle più commoventi, forti e atipiche della televisione. Gli attori dietro la rivoluzionaria coppia e il produttore esecutivo Etan Frankel hanno discusso con BuzzFeed News delle origini e del costante potere dei “Gallavich”.
Nessuna coppia attualmente presente sul piccolo schermo ha affrontato più ostacoli di Ian Gallagher (Cameron Monaghan) e Mickey Milkovich (Noel Fisher) nel telefilm di Showtime “Shameless” che si trova adesso alla sua quinta stagione. Dopo esser improvvisamente andati a letto insieme nella prima stagione, Ian e Mickey — affettuosamente chiamati “Gallavich” dal loro ampissimo fandom — hanno passato i 3 anni successivi tra una costante battaglia contro il meschino e violento padre di Mickey, i propri demoni interiori e il pericoloso quartiere che entrambi chiamano casa. Soltanto alla fine della quarta stagione i Gallavich hanno fatto centro, quando Mickey finalmente ha accettato il suo orientamento sessuale, è uscito allo scoperto e ha dichiarato il suo amore per Ian.
Ma la loro felicità domestica ha avuto vita breve in quando Ian ha scoperto presto di aver ereditato i geni del disturbo bipolare da sua madre, una rivelazione che ha comportato una serie di nuovo sfide che la coppia deve affrontare nella stagione attuale.
Le due metà della coppia più imperfettamente perfetta della televisione — Cameron Monaghan e Noel Fisher — e Etan Frankel — autore e produttore esecutivo — hanno parlato con BuzzFeed News dell’evoluzione della coppia, una possibile involuzione e di come sono nati i più emblematici momenti “Gallavich”.

Sapevate dall’inizio che Mickey sarebbe diventato il principale interesse amoroso di Ian?
Etan Frankel: Abbiamo visto tutti del potenziale nel personaggio di Mickey. La versione UK [di “Shameless”] ha realizzato molto con il personaggio di Mickey, ma sin da subito sapevamo che avremmo seguito una strada diversa, semplicemente perché abbiamo un cast diverso — i nostri attori hanno punti di forza diversi, così come i nostri autori. Per il suo bene, la versione US  doveva trovare la sua propria identità. Sinceramente sarebbe potuta andare in qualsiasi direzione. L’episodio 7, che è stato scritto da me, quando Mickey e Ian fanno sesso per la prima volta…
Noel Fisher: Ci siamo picchiati a vicenda nella stanza da letto! Giusto!
EF: E poi sono passati dal picchiarsi a scopare. Come qualsiasi relazione normale.
NF: E poi abbiamo continuato per il resto dello show: lotta, sesso, lotta, sesso, lotta, sesso.
EF: A volte avete fatto al contrario — prima sesso e poi lotta, giusto per cambiare un po’. Ma una volta che l’episodio è successo abbiamo realizzato tutti che lì c’era una cosa molto interessante. Credo che nessuno sapeva che direzione avrebbe preso. Il che, per un autore, è la cosa più eccitante perché diventa molto naturale. Puoi sorprendere te stesso. E quando li vedi sullo schermo e vedi cosa riescono a fare… Se non hai degli attori che non solo riescono a interpretare i personaggi nel modo in cui sono scritti, ma che sanno anche  trovare momenti particolari nei quali mostrare cosa sta succedendo sotto la superficie, non hai dove andare. Noel e Cameron sono bravissimi nel conservare l’integrità dei personaggi, come sono stati presentati all’inizio, mentre trovano piccoli momenti lungo la strada nei quali ti dimostrano come iniziano a cambiare. Se li guardi nella prima stagione e poi nella quinta, sono esattamente le stesse persone ma sono anche cambiati moltissimo. E’ stata una cosa graduale ed è un grande merito di questi due ragazzi.
NF: E’ anche un grande merito degli autori, perché ci danno molto spazio sullo schermo, spazio per mostrare queste cose.
EF: Ti ringrazio. Come autore, quando hai la fortuna di lavorare con attori in grado di fare questo tipo di cose, vuoi dar loro lo spazio per farlo. A volte provi delle come e non funzionano…
NF: Ma non con noi.
Cameron Monaghan: Con noi mai.
NF: Non sta parlando di noi.
EF: Mai qui. Come autore ti senti sicuro nel scrivere una scena se sai che riusciranno a farla diventare meravigliosa e che vi troveranno cose alle quali tu neanche avevi pensato. E’ così che vengono fuori i bei momenti. E’ eccitante quando ogni giorno vengono e ti dicono: “Wow, questa cosa non era neanche prevista dal copione, ma sono riusciti a renderla particolare.”

Vi ricordate se all’inizio di questa relazione avete parlato di qualcosa in particolare dal punto di vista della recitazione?
CM: L’abbiamo fatto?
NF: “Spero che Mickey si lavi più spesso.”
CM: Già, abbiamo sicuramente parlato di quello.
NF: Nelle prime due stagioni sembrava quasi un ragazzo senzatetto.
CM: Come uno zombie. La cosa divertente è che io e Noel siamo stati scelti per interpretare i personaggi, ma non avevamo mai letto insieme durante i provini, quindi è una fortuna il fatto che ci sia tanta chimica tra di noi, perché penso che tutto questo sia dovuto al fatto che i nostri approcci al materiale sono compatibili. Ormai si è costruito un bel rapporto e le cose sono diventate più scorrevoli, il che è positivo. Inoltre, la cosa fantastica nel lavorare con Noel è che non sempre so cosa farà in una determinata scena. Potrebbe sempre aggiungerci qualcosa di nuovo o affrontare la cosa da un altro angolo o trovare quei piccoli momenti stravaganti dei quali stava parlando Frankel. Io poi ho la possibilità di ricambiare, quindi penso che buona parte della comunicazione sia non verbale. Spesso dipende tutto dal momento, da ciò che si prova.
NF: Penso che questo sia esatto — ciò che abbiamo sviluppato, giorno dopo giorno e insieme agli autori, è questa abilità di essere presenti il più possibile, perché continuiamo a lanciare la palla da uno all’altro e come attore è proprio ciò che desideri. Tra noi è successo in modo veramente naturale.

Tutto sommato, per Ian è stato abbastanza facile fare coming-out. All’altra estremità abbiamo Mickey Invece. Noel, cosa ti è piaciuto all’inizio nell’interpretare qualcuno che sapeva di essere gay ma che — apparentemente — non sarebbe mai stato libero di vivere così.
NF: Una cosa che ho veramente amato e apprezzato in “Shameless” sin dall’inizio è che è scritto in un modo che va oltre ogni tipo di cliché che avete mai visto. In special modo con Mickey. Credo sia stata una bella cosa, perché non trovi spesso un personaggio così, uno che è il macho del quartiere, non vuoi avere a che fare con lui, e che capita essere gay. E’ una bella combinazione e rende le cose realistiche perché le persone non sono dei cliché — le persone sono fatte da diversi strati e penso che questo sia mostrato in modo molto naturale nei copioni. Io non ho fatto altro che comparire e dire le mie battute e adesso ricevo tutti i meriti.

In questo show ci sono pochissimi personaggi che seguono gli archetipi della televisione — Etan, qual è stata la chiave per questo?
EF: Non credo che abbiamo fatto qualcosa di particolare a riguardo. Penso che ci sia il rischio di cadere in una trappola se provassi a farlo, diventando ridicolo. A volte, quando pensi “Ho già visto questa cosa, come la possiamo cambiare?” si tratta di andare nella direzione opposta e magari lo fai. Vuoi che gli spettatori si immedesimino, quindi a volte scarti l’idea e altre volte abbracci la sua umanità. Loro sono una coppia che sta cercando un modo per far funzionare questa storia. Ci sono così tanti ostacoli lungo la strada — molti di essi all’interno di loro stessi. E sono queste scene semplici ad avere più impatto perché rappresentano delle emozioni umane elementari.
CM: Sono due personaggi testardi e appassionati e quando c’è così tanta passione ci saranno sempre collisioni e drammi e tutta la roba che ne consegue — e questa è cosa molto interessante da recitare.

Cos’ha questa relazione che la rende così coinvolgente per i fan?
NF: Ogni volta che hai dei personaggi con un elevato livello di antagonismo — che si tratti di tutte le questioni LGBT o qualsiasi altra circostanza — hai l’opportunità di raccontare delle storie veramente belle e di inserire tanti drammi. Secondo me, il fulcro è che, così come diceva anche Ethan, si tratta della storia di due persone che cercano semplicemente di capire come stare insieme e questa è una cosa nella quale si può immedesimare chiunque. E’ questo uno dei motivi principali per i quali sono felice di far parte di questa storia, perché credo che sia un’adorabile lezione nella quale tutti si possono ritrovare.
EF: Per quanto io sia felice che la comunità gay abbia ricevuto a braccia aperte questa storia, secondo me, è una cosa che va ben oltre. Penso che chiunque possa trovare qualcosa in comune con loro e capire gli ostacoli che una coppia affronta mentre cerca di far funzionare le cose, che si tratti di ciò che pensano di se stessi o un disturbo bipolare o qualsiasi problema loro abbiamo. Tutti affrontano degli ostacoli nelle relazioni e noi facciamo il tifo per questi ragazzi per motivi diversi — facciamo il tifo affinché siano insieme. Abbiamo lavorato sodo per rendere gli ostacoli naturali, reali e ben fondati. Da una parte è una relazione molto divertente da guardare, ma spero che sia anche molto reale.

Gli spettatori sono molto affezionati a questi personaggi. Che tipo di interazioni avete avuto con i fan “Gallavich”?
NF: Ci sono stati dei bei momenti quando camminavo semplicemente per la strada e  ho incontrato persone che mi hanno riconosciuto dallo show.
EF: Hanno paura di te?
NF: Mi credono molto più duro di quanto io lo sia in realtà. Però ci sono state molte persone che mi hanno spiegato come questo tipo di storia, raccontata in questo modo, sia una cosa nuova e quanto questo sia importante per molti di loro. Come attore questo è il culmine di ciò che vuoi fare e “Shameless” è fantastico perché ci permette di far parte di questo tipo di storia. E’ stupendo.
CM: Già, sin dall’inizio c’è stata una reazione positiva, sia online che di persona. Soprattutto online. Questa componente ha preso il sopravvento negli ultimi anni. Non riesci a leggere ogni singolo messaggio, ma cerchi di dare un’occhiata ogni volta che puoi ed è fantastico vedere quanto le persone siano entusiaste e appassionate. E’ bello sapere che non siamo da soli nella passione per questo lavoro che stiamo facendo. E’ la cosa più bella che un attore possa provare.
EF: Tutti speriamo che questo non sia soltanto un grido in una foresta che nessuno può sentire, quindi il fatto che ci sia un feedback che corrisponde alle tue aspettative è davvero gratificante.

Tornando agli ostacoli, vorrei parlare di quello che secondo me è stato il più importante: Terry (Dennis Cockrum), il padre di Mickey. Nella terza stagione Terry sorprende i ragazzi insieme e allora costringe Ian a guardare Mickey mentre fa sesso con una prostituta. Per quanto sia stato difficile guardare la scena, riesci a provare così tanta empatia e pena per questa coppia. Etan, cosa ti ricordi di quest’evento considerando che in fondo è stato ciò che ha portato al coming-out di Mickey nella quarta stagione?
EF: Per quanto riguarda Mickey ci sono tante variabili; c’è suo padre, c’è tutta la sua famiglia, il quartiere e alla fine ci sono la sua stessa identità e la capacità di fare i conti con chi è lui veramente. Ci sono vari ostacoli ed è stato molto importante superarli. Suo padre è stato quello più piacevole perché è così crudo e violento e la cosa divertente è che può fare quasi qualsiasi cosa. Anzi, i Milkovich in generale possono fare qualsiasi cosa e tu lo accetti. Ti puoi divertire per quanto questo sia possibile senza però perdere le basi.
CM: E dobbiamo dare una buona parte del merito a Dennis, è stato fenomenale.
EF: Sì e se guardi quelle scene, per vedere come questi ragazzi le interpretano, noti che non stanno interpretando l’aspetto ridicolo della situazione, ma le emozioni più brutali. E’ terribile guardare le loro reazioni quindi, per quanto folle sembri, questa cosa è venuta fuori in un determinato modo grazie alle basi che loro hanno gettato. Entrambi hanno incontrato degli ostacoli lungo la strada. Ce la faranno? Non lo so. Non posso dirlo.
CM: Hai detto che questo è stato l’ostacolo più grande, ma penso che cambierai idea dopo questa stagione.
NF: Già, penso che questo sia stato il più grande ostacolo fisico. Credo stiano per arrivare ostacoli molti più grandi.
CM: Esatto, queste sono state delle circostanze esterne che hanno impedito loro anche solo di stare veramente insieme, in modo completo. Adesso che ci sono arrivati e che possono essere a loro agio con questa cosa arrivano delle nuove circostanze sfortunate.

Considerando quello che abbiamo visto in questa stagione presumo stiate parlando del disturbo bipolare di Ian. Devo dire che ho amato vedere quanto è stato protettivo Mickey quando ha detto a Fiona [Emmy Rossum] che si sarebbero presi loro cura di Ian perché è ciò che le famiglie fanno. E’ stato un momento importante per lui.
NF: Sì, Mickey è sempre stato uno di quei personaggi che farebbe qualsiasi cosa per le persone che fanno parte della sua cerchia ristretta. Se sei dentro, non c’è niente che non farebbe per te. Questa è una cosa davvero bella delle stagioni 4 e 5. Nella quarta stagione c’è stata la rivelazione e l’evoluzione del personaggio che è diventato se stesso, ha combattuto per ciò che è veramente ed è stato in grado di includere apertamente Ian in questa cerchia. Nella quinta stagione vedrete che il problema che sorge è una cosa che lui non può combattere. In qualche modo lui risulta inutile e non c’è niente che possa fare per aiutare una persona a lui cara e questa non è una cosa facile per qualcuno così protettivo come Mickey. Deve soltanto aspettare e rimanere il più possibile al centro della tempesta e non è una cosa bella.

Mickey è anche un personaggio che si ostina sempre a trovare una soluzione, qualunque essa sia. Dal punto di vista della scrittura deve essere piacevole vedere questo personaggio che affronta un problema che non può risolvere.
EF: Assolutamente. Soprattutto se consideri che non può risolverlo con i pugni. Questa è una cosa che non può sconfiggere. Ian deve affrontare tante cose, a prescindere da Mickey. Credo che nella seconda metà della stagione Ian debba capire quello che gli sta succedendo e Mickey debba capire come adeguarsi, come essere lì per lui — o come non esserci. E’ una grande sfida.
CM: La parola che mi viene in mente è impotenza. Ian è un tipo che vuole sentirsi in grado di controllare la situazione e non dipendere da un’altra persone, anche se si tratta di qualcuno che ama, come Mickey. Vuole essere auto-sufficiente. E poi all’improvviso perdi il controllo sulla tua stessa mente; non puoi diventare più impotente di così. Per lui è terrificante l’idea che forse dovrà contare sul fatto che Mickey lo salvi perché Ian non vuole esser salvato. Lui vuole essere in grado di salvare se stesso. Penso che buona parte dei problemi avranno origine da qui.

Etan, c’è un periodo di tempo prestabilito durante il quale è concesso ai personaggi di essere inequivocabilmente felici?
EF: Due scene! [Ride.]
CM: Abbiamo avuto ben 3 episodi. Voglio dire, lo stavo tradendo all’inizio, ma lui non l’ha saputo.
“Shameless” è uno show che offre tante vittorie ai suoi personaggi, ma in qualche modo loro trovano sempre il modo per tornare nel tumulto dove esistono così bene — quando avete pensato a questa stagione, cosa vi ha resi più entusiasti di questa nuova trama?
EF: E’ stata l’idea che non c’erano più ostacoli esterni. Possono avere tutto se lo desiderano ed è così che è iniziata la stagione. Anche con Svetlana [Isidora Goreshter], sono una famiglia felice — una strana e felice famiglia che sembra funzionare però. E poi è comparso il problema del bipolarismo di Ian che lui deve risolvere da solo. Persone che ne sono familiare dicono che è una cosa che richiede del tempo. Mickey deve capire che posto ha in tutto questo. Quindi è una sfida diversa per lui, il che è una cosa interessante per un autore. Adesso che possono stare insieme — sono usciti allo scoperto, sono in qualche modo fieri di questa cosa e pronti per iniziare — che ostacoli possiamo inserire che siano naturali, reali e che rappresentino un tipo diverso di sfida per la relazione?

Uno dei miei momenti preferiti è stato il coming-put di Mickey… perché dopo così tanti anni a preoccuparsene è risultato che non interessava a nessuno.
NF: Adoro il fatto che abbiano agito così. E’ stato molto fondamentale. C’è un messaggio davvero adorabile nel fatto che siamo propensi a costruire delle cose nella nostra testa fino a livello così ridicolo; con Mickey e questa sfida in particolare ci sono stati dei veri ostacoli, cose molto reali. Quindi il momento quando ha fatto coming-out — OK, ha una persona ha importato e ha picchiato Mickey per questo, ma la lezione è che c’è sempre la calma dopo la tempesta. E’ sempre meglio che tu sia te stesso, perché la tempesta finirà.

Qual è stato il vostro momento preferito di questi due personaggio?
EF: Generalmente mi ritrovo più coinvolto, colpito, dai momenti non verbali. Questi sono due personaggi — in particolar modo Mickey, ma direi che anche Ian… e chiunque nel quartiere — che non sono molto loquaci. Non sempre sanno come esprimersi a parole. Ancora una volta, per ottenere questi fattori, penso che tu debbia bisogno di due persone che riescano ad esprimere le cose anche soltanto tramite lo sguardo. Per me sono questi i momenti più forti: vedere il flusso di emozioni in qualsiasi di loro alla fine di una scena, sapendo tutte le cose che succedono nelle loro teste e nei loro cuori, sono le cose che mi colpiscono di più.
NF: Ho amato la scena con Kevin [Steve Howey] al bar, dopo il coming-out di Mickey; lui era veramente tipo: A nessuno importa un cazzo se sei gay. Tutti gli altri hanno i loro problemi. C’è una profonda libertà in questo.
CM: In ogni stagione c’è un paio di scene che è davvero fantastico, tipo la scena del coming-out che hai menzionato; la scena della rissa nella terza stagione, la prima volta che hanno fatto sesso nella prima stagione; c’è tantissima roba e penso che in questa stagione ci siamo dei momenti veramente fenomenali, dove puoi vedere l’amore e la passione, ma anche le differenze tra le loro personalità e i modi di pensare che a volte si scontrano.
NF: E’ difficile scegliere dei momenti particolari, è l’intero viaggio che mi attrae. Solo un pensiero. All’inizio si trovavano in posizioni opposte, Ian era l’angelo guida nella vita di Mickey e questo è durato per un bel po’. Questa stagione invece i ruoli si sono invertiti — adesso Mickey deve diventare quel angelo per Ian. Penso sia una grande trama, perché questo tipo di viaggio è super-unico e non si vede spesso in TV. Non vedo l’ora di scoprire come si svilupperà questa nuova situazione.
CM: All’inizio Mickey era perso e Ian è sempre stato il ragazzo con un obiettivo, ha sempre saputo dove stava andando. Adesso è Mickey che ha un obiettivo preciso e Ian è quello che inizia a sentirsi perso. E’ interessante.
NF: E penso che sia una cosa molto realistica, parlando di relazioni in generale, vero? Stiamo parlando del motivo universale per il quale le persone possono ritrovarsi in questi personaggi perché nelle relazioni c’è sempre un equilibrio da mantenere. Cerchi sempre di capire “Come posso essere d’aiuto? Come possono essere loro d’aiuto?” Credo che questo sia rappresentato molto bene nello show.

Per concludere, Etan, cos’è che non vedi l’ora che i fan vivano mentre questa quinta stagione prosegue?
EF: Il rovesciamento delle posizioni in questa relazioni. Di vedere sia Ian che Mickey in delle posizioni dove non sono mai stati. E come reagiranno sarà un po’ sorprendente, caotico e complicato. Io faccio il tifo per loro due, ma spero che stiamo rendendo giustizia alla complessità di questa situazione. Spero che le persone saranno commosse.

Fonte.

Traduzione a cura di Anamaria

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