Recensione di Daniele: Grey’s Anatomy 12×09 The Sound Of Silence

L’hanno chiamata “The Sound of Silence” perché: “voglio silenzio per sentire il gemito straziante del tuo pianto”, pareva troppo crudele.

Adoro questo mio complicato e malato rapporto con Grey’s Anatomy, questa sfida che si è venuta a creare tra di noi, per cui ogni volta, ad ogni tragedia, dico sempre: “non puoi fare peggio di così, ormai non tempo più nulla..”

Dopo la 11×21 poi, questa cosa era una convinzione.

E GA puntualmente mi smentisce, fa del suo peggio, mi mostra un’altra faccia del male che non credevo possibile e sono puntualmente a terra mal ridotto, ma mi rialzo, e dico: “tanto io non ti mollo, dalla giostra non scendo, dall’arena non scappo… perciò Shonda, continua pure.”

Ho dato il mio “SI” a GA e alla sua sadica tortura, quando mi ha ucciso il cane di Merdith & Derek nella s2, cosa per me inaccettabile perchè possono morire tutti nei film e show tv ma i cani non si toccano, eppure io sono rimasto.

EHY SHONDA, WHAT’S GOOD?

Parlando di questa 12×09 ho avuto dei forti sentimenti contrastanti.

Si è creato un grosso hype durante questi mesi di pausa, tutti non vedevano l’ora di vedere questo episodio mentre spuntavano i giorni mancanti sul calendario, come gli studenti liceali fanno con le vacanze estive.

Da una parte condividevo questa ansia d’attesa, dall’altra ho avuto il forte impulso di bloccare sui social tutti quelli che giovedì scrivevano: “Happy #TGIT”, perchè alla sola idea di Meredith torturata, avrei preferito altri 3 mesi di hiatus.

Invece poi la 12×09 è arrivata e l’ho vista con lo spirito del: “via il cerotto, via il dolore”.

E alla fine, sorpresa delle sorprese, questo episodio è stato un balsamo per l’anima.

Sono rimasto totalmente innamorato, affascinato, che l’ho guardato con la stessa adorazione con cui Dio il settimo giorno si è riposato guardando il miracolo della creazione.

La 12×09 è la prova del fatto che GA non lo si guarda ancora per tradizione, per abitudine, per un blando interesse nel sapere come chiuderanno la baracca.

È la prova del fatto che è giusto sfanculare e tagliare i ponti con quelli che quando ti chiedono qual è la tua serie tv preferita e tu rispondi: “Grey’s Anatomy”, loro commentano con un: “Ah ma esiste ancora?!”.

È giusto rispondere con un: “NON SAI CHE TI PERDI” a quelli che ti dicono: “no io ho mollato da tempo… troppe tragedie.”

Anzi, è un episodio da mostrare sopratutto a chi non segue più la serie, per farli ritrovare la fede, per riavvicinarli alla Bibbia e alla religione Greysaniana.

Perchè dico che questo episodio è stato un bene e non un male?

Perchè non importa la tragedia, quel dolore è prezioso.

Non è un dolore fine a se stesso, non è come una 11×21: creata solo per shoccare chi guarda.

È un dolore che ti prende e ti cambia, ti stravolge e ti regala la promessa che è alla base di questa 12esima stagione: la rinascita.

Il dolore è il buio prima della luce, senza il quale quella luce stessa non potrebbe esistere.

È catartico, tremendamente significativo.

Rappresenta un turning point non solo nella trama della serie, ma sopratutto nella storyline di Meredith Grey.

Questo episodio è servito a mostrare chiaramente a quella parte di pubblico che dava a Meredith della: “stronza senza cuore”, il perchè lei è diventata così.

Quali sono le cause, quali i rimedi per guarire.

Non a caso è un episodio iconico come fu quello dell’incidente dei ferry-boat o della bomba, destinato a sconvolgere gli equilibri e a segnare un processo di rinascita nel personaggio principale della serie.

E non solo..

Tutto il sub plot di contorno è collegato a Meredith.

L’aggressione di Mer è un incipit per tutti.

Tutti gli altri personaggi sono nella sua stessa identica situazione mentre inizieranno a confrontarsi con quella che è la parola chiave di questa 12B: il perdono.

Jo deve perdonare Alex per essere un completo disastro nelle relazioni sentimentali;

April e Jackson devono perdonarsi a vicenda e raggiungere un compromesso;

Amelia deve perdonare se stessa e poi anche Meredith;

Owen e Nathan Riggs devono affrontarsi, perdonarsi e chiudere quel capitolo doloroso del loro passato che li accomuna.

Ma il compito più arduo, spetta a Meredith.

Ho amato il modo in cui siamo arrivati a tutto questo.

Ho amato questa scena potente e devastante a livello di feels.

La mia preferita di questo episodio.

È in questo momento con un Richard Webber padre e terapista dell’intero fandom, che ho raggiunto il mio #DiluvioUniversale.

Ma è stata una commozione catartica, proprio come quella del finale della scorsa stagione.

Un modo per chiudere un capitolo e gettare le basi per un nuovo inizio.

E sono sicuro che nessun altro sarebbe stato adatto a rappresentare questo momento come invece lo è stato Richard.

È il Beppe Vessicchio del GSMH, una colonna portante, una fonte di saggezza ed esperienze utile all’intero gruppo.

Non posso immaginare GA senza di lui.

In questa scena padre-figlia (lo sapete che sono un grande fan di questo rapporto), c’è molta psicologia mariana.

È un Richard Webber Defilippiano che porta Meredith verso un primo grande passo per aprire la busta.

Ma non lo fa solo con lei, lo fa anche con tutti noi.

Cosa mi avrebbe detto Richard Webber in quel momento?

Devi perdonarla, Daniele.

Devi perdonare Penny Blake per non aver alzato la voce in quella dannata 11×21.

Per non aver fatto la differenza e per non aver salvato Derek Shepherd.

Devi perdonarla e smetterla di chiamarla: ‘Progenie di Satana’, ‘Penny666’, ‘Derek’s Killer’.

Devi perdonare Derek per essere morto troppo presto e non a 110 anni tra le braccia di Meredith.

Devi perdonarlo perchè lo odi per essersene andato, in modo tale da perdonare te stesso e non sentirti in colpa perchè già shippi Meredith con Nathan Riggs.

E devi perdonare Shonda per aver mandato via Patrick Dempsey, perchè con i soldi risparmiati dal suo stipendio, ha potuto chiamare il premio Oscar Denzel Washington e creare quel gioiellino che è la 12×09.”

Quindi Daniele, apriamo la busta e facciamo pace con Penny?

  • Meredith e Alex

Si è parlato molto di questi due nelle ultime settimane.

Indizi, indiscrezioni e interviste dei diretti interessati, sembravano puntare ad una loro possibile love story.

Su Meredith e Alex come “probabile” coppia, io la vedo così e per favore, NON FRAINTENDETEMI e leggete fino alla fine.

Loro sarebbero “perfetti” insieme, in un certo senso… funzionerebbero.

Perchè si conoscono da “bambini”, sono cresciuti insieme sbattendosi pregi e difetti in faccia.
Sono come due rami contorti e identici.

È come quella persona che è con te da una vita, ma a cui non hai mai fatto caso, ma c’è sempre stata, ti conosce meglio di chiunque altro e a un certo punto realizzi quanto vale quel legame decennale.

A questo punto della storia poi, sono come due naufraghi scampati a mille naufragi, come due soldati che insieme hanno vissuto la guerra e sanno ciò che significa.

Si conoscono a vicenda, fisicamente e mentalmente parlando (Mer concorda nel dire che Alex ha un bisturi 10 tra le gambe dopo averlo visto nella doccia)..

hanno passato le stesse identiche cose, conoscono l’una i desideri e le emozioni dell’altro.

Sono connessi e si comprendono meglio di chiunque.

La loro “unione” in un certo senso sarebbe: “restiamo insieme e affrontiamo le tragedie che ci restano fino alla morte, ci siamo già passati, siamo rimasti solo noi, possiamo farcela.”

E andrebbe bene così.

Ma non è il caso.

Grey’s Anatomy è ben lontano dalla chiusura e se Ellen a breve rinnoverà il contratto (cosa che credo farà assolutamente), questo significa che la storia di Meredith continuerà ancora e che il sole sorgerà davvero di nuovo.

E se penso al futuro, se penso al sole, a un nuovo inizio come ci hanno promesso, non ci vedo Alex Karev affianco di Meredith Grey.

Ci vedo uno come Riggs.

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Ma non è Riggs in sè, intendo come novità nella sua vita, qualcuno di nuovo e mai visto, una sfida pazzesca, rischiosa ed eccitante in cui lanciarsi.

Un rompicapo.

Come lo è stato Derek per Meredith a inizio serie e viceversa.

E far sorgere il sole, tornare davvero a vivere, significa questo.

Lasciare il comodo, il sicuro, il certo, che è quello che Alex rappresenta per Meredith adesso, e lanciarsi in qualcosa di imprevedibile, da batticuore, tornare a sentire la vita davvero dopo un primo, intenso amore a cui hai dato tutta te stessa.

È quello che voglio da Grey’s Anatomy adesso.
È quello che voglio da Shonda.

Nessuno ama Meredith più di lei e spero che in questo caso agisca saggiamente.

Che mantenga la promessa.

E quella promessa vede Alex come persona di Meredith ma non come suo amante per la vita.

In questo episodio è accaduto esattamente questo.

Alex è stato la persona di Meredith, la Cristina Yang della situazione.

Come lo è dalla scorsa stagione.

E a me il loro legame piace così per questo, non vorrei nessuna complicazione amorosa a rovinare questo bellissimo percorso.

Lo spettro della fallimentare e miserabile relazione di Izzie e George ci osserva.

  • Meredith e Amelia

Io le amo questo due.

Il loro rapporto è sicuramente uno dei più innovativi, interessanti ed emozionanti di questa nuova fase della serie.

C’è tanto odio, tanta rabbia repressa, tanti conflitti irrisolti.

And I’m a sucker for that.

Non vedo l’ora di scoprire come si evolverà, quali sfide ci regalerà, quanti momenti violenti come quelli della cena con Penny guest star…

o quelli di rabbia sussurrata di questo episodio, dovremmo affrontare prima di vederle unite come sorelle.

Alla base però resta una mia convinzione profonda: il loro rapporto non sarebbe così distruttivo se entrambe non ci tenessero davvero.
Sono legate da un’eredità affettiva che Derek ha lasciato, sono una famiglia.

Lo sentono ed è per questo che hanno così paura.

– Conclusione:

Shonda Rhimes si riconferma THE Queen of Drama Series.

In un epoca piena zeppa di nuove serie tv drama, di piattaforme streaming cable, binge watching and so on.. riesce ancora, dopo 10 anni, a radunare milioni di fedeli su un unico canale tv, creando un’esperienza visiva da prima classe, un must-see tv event.

Un episodio stilisticamente parlando, diverso dal normale.

Qualcosa di mai visto, di sperimentale per questa serie, una scommessa creativa vinta dall’eccellente regia di Denzel Washington:

  • le parti brutali dell’attacco non mostrate e lasciate alla fantasia dello spettatore, ciò che quindi non si vede è più spaventoso di quello che in realtà sta avvenendo (molto film horror);
  • l’azzardata e intelligente decisione di affrontare l’episodio dalla prospettiva impotente, confusa, angosciante e dolorosa di Meredith.

Lavoro eccezionale.

Torna a trovarci presto, Big D.

Solo una serie come GA, con una caratterizzazione profonda e acuta dei suoi personaggi, può permettersi cliffhanger con tragedie che sfiorano l’inverosimile senza però risultare ridicola.

In quel momento è tutto così reale, Meredith, una dei nostri, è in pericolo e noi soffriamo con lei.

Ma non dimentichiamoci della vera star dell’episodio.

Ellen Pompeo, ragazzi.

Una delle attrici più sottovalutate della televisione, ha la sua occasione di brillare in un episodio creato su misura per lei.

Il dolore, il trauma, la rabbia, la sconfitta, urlate dalla Pompeo, senza MAI aprir bocca.

Un’esplorazione reale e sentita di una vittima.

Ho amato il fatto che tutti fossero lì per Meredith, mi ha ricordato Izzie Stevens post morte di Danny, e i MAGIC che si alternavano sul pavimento del bagno per parlarle e aiutarla a riprendersi.

Questo episodio prova che GA non è una salma da esporre nei templi sacri delle serie tv drama storiche, ma è vivo più che mai e fa ancora miracoli.

Senza ombra di dubbio, quello tra noi e Grey’s Anatomy è un amore da post-it sul muro.

Un episodio che ha anche un importante messaggio sociale perchè si fa strumento di protesta contro il maschilismo di cui il nostro mondo è pregno.

È la lotta per l’affermazione del potere femminile, contro sistemi che vogliono ridurre al silenzio determinate categorie sociali.

L’attualità e la profondità con cui certi temi sociali vengono trattati, è un altro punto di forza di questa serie.

Ma insegna anche un importante lezione di vita per tutti: trovare la propria voce e usarla per affermarsi come persona.

È lo strumento più potente e democratico che abbiamo contro la dittatura che impone il silenzio.

Voto: 10

 

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