L’importanza dei cliffhanger nei telefilm

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CLIFFHANGER: letteralmente “chi rimane appeso ad un precipizio”, è un espediente narrativo nei media e nei prodotti di intrattenimento attraverso il quale l’autore si assicura, lasciando irrisolto o avvolto nel mistero il destino di un personaggio o di una situazione, che il telespettatore, il lettore o l’ascoltatore – il suo pubblico insomma – tornerà nel prossimo episodio a vedere cosa succede.

Il cliffhanger è forse l’elemento più usato in un prodotto serializzato, permette agli autori di garantirsi un pubblico almeno per il prossimo episodio. Permette anche di prendersi del tempo per garantire le decisioni giuste di uno show in un hiatus.

Mettiamo caso che il cliffhanger accada nel season finale di un tv show, spesso gli autori lo inseriscono appositamente se sono indecisi riguardo un fattore chiave: la morte di un personaggio, la nascita di una storia d’amore, la scoperta di un season-long mistery.

Un telefilm ha delle scadenze, il network impone dei tempi e se un autore ha bisogno di più tempo, il cliffhanger BLOCCA temporaneamente una sua decisione.

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Nel caso di The Walking Dead e del finale della sesta stagione, non rivelare chi sia la vittima di Negan potrebbe benissimo essere una decisione dettata dal tempo o dall’indecisione degli autori. MA POTREBBE – e probabilmente è così- essere la volontà di volersi assicurare un pubblico per la prossima stagione, o perlomeno per la premiere. Il che non è sbagliato, ma non sempre al pubblico sta bene, vi vado a spiegare perché.

La prima stagione di LOST termina con un grosso cliffhanger: per circa 10-11 episodi ci siamo chiesti cosa ci fosse nella botola, c’è stato teasing, era sicuramente uno dei misteri più grandi della prima annata. Come finisce la stagione? Una volta aperta la botola l’inquadratura va verso il basso ma non scopriamo AFFATTO cosa ci sia al suo interno.

Nessuno se la prese così tanto, principalmente perché la prima stagione di LOST fu un gioiellino e c’era sicuramente un disegno più grande a contribuire al tutto.

Nel cinema il cliffhanger è vecchio come il mondo, ci fu quella che viene chiamata La stagione dei serial, film in puntate che terminavano SEMPRE con l’incertezza sul destino di un personaggio.

La rabbia rispetto ad un cliffhanger sta più nella risoluzione di esso che nell’anticipazione. Kathy Bates lo spiega alla perfezione in Misery Non Deve Morire.

L’esperienza che si vive durante un cliffhanger è quella dell’eccitazione, dello spavento, della rabbia sì, ma anche della bellissima sensazione di non sapere che cosa cavolo sia successo e tutto questo è un sentimento che si mantiene fino alla risoluzione del mistero.

Chi è morto?

Chi ha sparato a J.R?

Chi, tra i protagonisti, è la vittima di Negan?

Cosa c’è realmente nella botola?

L’importanza del cliffhanger nei telefilm è assicurarsi quella sensazione, quel brivido, quel sentimento. La responsabilità di un telefilm è giustificarlo con le risposte giuste.

 

 

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