Joshua Jackson rivela come The Affair l’abbia riportato in tv.

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Joshua Jackson rivela come The Affair lo abbia riportato in tv.
Dopo aver avuto a che fare con l’estenuante programmazione di “Fringe”, per la Fox, per cinque stagioni, Joshua Jackson non aveva alcun desiderio di fare un’altra seria televisiva. Ma, proprio come per i personaggi al centro del suo nuovo spettacolo tv, era difficile resistere alla tentazione. In The Affair, Jackson interpreta Cole, un allevatore del Montauk, NY, che lotta accanto a sua moglie Allison (interpretata dall’attrice di “Luther”, Ruth Wilson) per la perdita del figlio. Mentre Cole affronta il lutto chiudendosi in se stesso, Allison flirta con uno scrittore sposato di passaggio, Noah (il Dominic West di “The Wire”), e l’azione viene raccontata dal punto di vista di Allison e Noah, con dettagli diversi.
TVLine ha chiaccherato con Jackson al Beverly Hilton durante il “Television Critics Association Press Tour” estivo di quest’anno. Di seguito, paragona Cole ai suoi ruoli del passato in “Fringe” e “Dawson’s Creek”, e perché si collega ala struttura narrativa unica di “The Affair”. L’attore interviene anche sulla serie della Fox “Swan Song” e della sua figlia principessa.

TVLINE: Dopo “Fringe”, cosa cercavi per il tuo prossimo profetto televisivo?
J.J.: Non cercavo nulla dal mio prossimo progetto televisivo. Ero intenzionato a prendermi una pausa perchè è davvero dura, come puoi chiedere a loro (indica Jared Padalecki e Jensen Ackles, di “Supernatural”, che siedono lì vicino). L’hanno fatto per più tempo di me. Ma sai, 22 episodi all’anno sono pesanti, e ne hai sempre più di uno sottomano, ed è difficile. Quindi mi sono preso un piacevole e lungo periodo di pausa prima di tornare a leggere copioni e non ero così preso mentre lo facevo. Ma la scorsa estate c’erano due copioni davvero eccellenti. Uno era per uno show della durata di un anno, per il quale ero davvero interessato, pensavo: “Oh, questo potrei farlo. Una stagione, sembra perfetto”. E l’altro era questo, e a dir la verità, è stata la combinazione della qualità della sceneggiatura e poi la chiaccherata con la creatrice Sarah Treem, su come vedeva lo show, sul il futuro del personaggio nello show, a riportarmi in TV.

TVLINE: “Fringe” è qualcosa di impegnativo, dato che è uno show di fantascienza. Richiedono molto tempo. Eri scoraggiato all’idea di tornare di nuovo in televisione? O un rapporto drammatico è più facile?
J.J.: Giorno per giorno è più soddisfacente, perché si lavora su qualcosa che gli attori amano fare: lavorare su ruoli interpersonali. Quindi è decisamente più facile sotto quell’aspetto, perchè hai più da fare ogni giorno. Quello che ho capito dall’ultima volta che ero nell’ambiente, è che non so se sia possibile- o non ho mai capito come- fare 22 episodi ad un livello di qualità di cui si possa essere veramente orgogliosi ed avere ancora qualcosa che assomigli ad una vita fuori dal set e non sentirsi con le ossa a pezzi a fine stagione. Quindi non volevo tornare indietro e farlo di nuovo. Questo non è lo show di Cole. Non sono al centro dello show, il che è, sinceramente, piuttosto affascinante dopo essere stato protagonista in “Fringe” e “Dawson’s Creek”. Il carico di lavoro è significativamente diverso, e giriamo solo 10 episodi all’anno. Prima di questo, l’esperienza più piacevole mai avuta in televisione furono il primo anno di “Dawson’s Creek”, di soli 13 episodi, e l’ultimo di “Fringe”, anch’esso di 13 episodi. Mi sembra una quantità di lavoro più fattibile, dove puoi veramente fare del tuo meglio, invece che reagire o fare del tuo meglio per tenere la testa fuori dall’acqua, per essere totalmente impegnati nel processo e fare un lavoro di cui essere orgogliosi.

TVLINE: Cosa ti ha attirato dell’argomento di The Affair?
J.J.: Ciò che mi ha attirato non è stato proprio l’argomento. Ho pensato che i personaggi all’interno fossero molto reali e sviluppati in modi interessanti. Come accade spesso all’interno di molte relazioni, racconto una storia convinto che entrambi siamo d’accordo, e la mia versione e la tua sono molto diverse. E ho pensato che fosse un modo molto intelligente di esplorare come noi tutti viviamo all’interno dei nostri stessi racconti. Direi che è l’attore che c’è in me. Tutti noi abbiamo una connessione personale alla nostra versione della verità. E, francamente, sono stupito, e sono sicuro che lo sia anche Diane Kruger, (fidanzata di lunga data), a volte si può letteralmente parlare della stessa cosa, successa cinque minuti prima, e raccontare due versioni diverse. Così ho pensato che fosse un modo interessante di esaminare le persone, cosa alquanto divertente per un attore.

TVLINE: Il gioco delle prospettive è davvero interessante e mi ha fatto venire voglia di tornare indietro e riguardare il pilot non appena l’avevo finito.
J.J.: Magnifico. So per certo che quando ho letto la sceneggiatura la prima volta, e non so se siamaschilismo o solo pregiudizi, quando sono arrivato al secondo atto, in cui lei racconta la sua parte, il mio cervello l’ha semplicemente respinto. Sono dovuto tornare alla prima parte del pilot perchè pensavo: “Ricordo male, oppure qualcos’altro, perchè sta mentendo?” [Ride]. Credo che sia esattamente ciò che Sarah vuole che facciamo, tanto per fare un collegamento, avere i nostri eroi all’interno dello show ed essere costantemente combattuti su quale versione della storia sia più convincente.

TVLINE: Sei andato da Sarah per chiederle: “Cos’è successo davvero? Puoi chiarirmi la cosa? Quale delle versioni è vera?”
J.J.: Nessuna è vera, eppure entrambe lo sono. Ognuna è il ricordo sincero della gente che racconta la storia. Succede spesso che le persone credano sinceramente alla loro versione della verità, che può essere sbagliata.

TVLINE: Avremo una versione definitiva, ad un certo punto?
J.J.: Devo fare una scommessa su questa domanda. [Ride]

TVLINE: Avremo altri punti di vista di Cole?
J.J.: Per la prima stagione, continueremo sicuramente con quelli di Alison e Noah. Ne abbiamo parlato. Onestamente, penso che per lo show sia meglio rimanere focalizzato sui punti di vista di questi due personaggi. Avere già due racconti è tanto, e se aggiungi altre voci, magari affievolisci lo show. Quindi, forse se qualche pezzo della storia dovesse essere raccontato da un’altra prospettiva, allora lo faremmo, ne sono sicuro. Ma penso che dovremmo rimanere come siamo adesso. Si possono raccontare benissimo le storie di tutti da quei due punti di vista.

TVLINE. Per quelli che non hanno ancora visto il pilot, che tipo di ragazzo è Cole?
J.J.: Direi che è un uomo ostinato che affronta male la tragedia. Non è un uomo moderno capace di parlare delle sue emozioni col cuore in mano. La sua idea di uomo, primogenito e capofamiglia è quello di incassare i colpi e andare avanti. E non penso che capisca quanto sia prepotente verso sua moglie, che sta chiaramente soffrendo e che ha bisogno di un sostegno. Senza dubbi, lui la ama ancora, e penso che anche Alison ami ancora Cole in un certo senso. Ma sono incapaci di andare avanti dopo quello che è successo.

TVLINE: Lui ha questo carattere difficile e misterioso che magari la gente è abituata a vederti interpretare.
J.J.: A dir la verità… beh, non è vero. E’ una cosa strana da dire: ho violentato una persona sullo schermo prima d’ora. Agli inizi della mia carriera, quando facevo film snuff. [Ride]. No, è stato in un film tanti, tanti, tanti anni fa. Ma sì, certamente, se parliamo di televisione, una storia come quella di “Fringe” ha i suoi eroi e i suoi cattivi. Una difficoltà del lavorare in televisione è la resistenza da parte del lato esecutivo di permettere agli eroi di essere qualcos’altro. Quindi il personaggio di Peter, era sempre lo stesso. In “Dawson’s Creek”, ad un certo punto, avete visto questi ragazzini affrontare il loro dolore. Si sono fatti del male a vicenda, ma in sostanza erano persone oneste. E penso che Cole sia onesto. È l’opposto di qualsiasi personaggio di “Dawson’s Creek”, perchè non riesce a parlarne del suo dolore, mentre i ragazzi di “Dawson’s Creek” non facevano altro che parlarne, parlarne, parlarne e parlarne. Non penso che abbia la capacità emotiva per parlarne, o forse, il desiderio di portare alla luce il suo dolore.

TVLINE: È difficile mantenere un segreto in una piccola città come Montauk. Quanto tempo passerà prima che Cole se ne renda conto?
J.J.:Esattamente. Questa è una parte della pressione che spero arrivi al pubblico: sei davvero in una piccola città, e ogni momento in cui Allison e Noah sono insieme attirano disastri. Non puoi nasconderti in un posto come quello.

TVLINE: Hai qualche domanda persistente sulle storie irrisolte di “Fringe”?
J.J.: No. So che molti non sono d’accordo perchè non si possono accontentare tutti, ma penso che il produttore esecutivo, Joel Wyman, abbia chiuso la storia davvero bene. Sono contento di aver avuto la possibilità di tornare per quell’ultima stagione in modo da finire la storia, perchè sarebbe stato un peccato lasciarla con un finale aperto. C’è sempre la tentazione di fare qualcosa di sconvolgente o eccessivamente romantico, ma non so perchè. Ho pensato che fosse un finale raffinato e felice per lo show. Pensavo fosse davvero adatto.

TVLINE: Ho riguardato la scena in cui il personaggio di Georgina Halg finalmente ammette…
J.J.: Di essere mia figlia? È brava, Georgina. È davvero brava. Si, sarà la principessa Elsa di “Frozen” in “Once Upon a Time”. È pazzesco.

TVLINE: È cresciuta bene tua figlia.
J.J.: Sì, esatto. Ho cresciuto una principessa!

Fonte

Traduzione a cura di Lia

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