Grey’s Anatomy: 1 anno senza McDreamy

Non riuscivo a capire perchè, durante tutta questa settimana ho avuto un senso di ansia opprimente che mi accompagnava in ogni minuto del giorno.

Certo, sono un soggetto ansioso da 22 anni e con l’ansia ho imparato a conviverci.

Persino di notte i miei sogni hanno l’ansia.

Ho più ansia che sangue.

Però questa settimana era un’ansia diversa dal normale.

Qualcosa di più opprimente, irrequieto e soprattutto immotivato più del solito.

Non legata alla mia esistenza o alla mia quotidianità.

Un’ansia… metafisica.

Mi chiedevo perchè?

Perchè quest’ansia che non accenna a diminuire, perchè queste palpitazioni… stavo per scrivere come dopo aver preso 10 caffè ma io sono immune dalla caffeina.
Ho sviluppato una tolleranza come i vampiri della Plec con la verbena.

Non riuscivo a spiegarmelo, non trovavo una risposta e ovviamente questo vagare nel buio mi ha dato ancora più ansia.

Poi succede che Facebook mi mostra i Ricordi con la funzione “Accadde oggi” e una volta aperta ho compreso.

Mi è bastato scorrere tra i post datati 2015 per capire qual era la causa scatenante.

Un anno fa in questa settimana, ci tormentavamo la vita con il promo della 11×21.

Un anno fa in questi giorni, il panico dilagava nel fandom e sui social come un quartier generale prima di una guerra.

C’era aria da 15-18, la stessa ansia, lo stesso senso di disperazione palpabile.

How To Save A Life, “La puntata che l’America non dimenticherà” recitava così, quel promo.

E un anno fa oggi, moriva Derek Shepherd.

Così ho capito di essere come quella signora ricoverata al GSMH tante stagioni fa, quella anziana donna sposata che ogni anno, nello stesso giorno, aveva le palpitazioni.

Il suo corpo produceva una scarica di adrenalina tutti gli anni esattamente il giorno in cui era morto il suo vicino che lei aveva amato segretamente a lungo.

Dunque è così che ci si sente a un anno dalla morte di Derek Shepherd.

Sembra quasi impossibile che siano passati solo 12 mesi.

È stato un anno così intenso che il tempo pesa il doppio.

Un anno che ci ha visti affrontare le 5 fasi del lutto.

 

 

 

  1. Fase della Negazione e del Rifiuto: meccanismo di difesa attuato subito dopo la visione della 11×21 che prevede il rigetto di ciò che si è appena visto.

Non è possibile”

Non può essere vero!”

Insomma.. è Derek Shepherd, non un paziente qualunque”

Non ci credo”

E a chi cercava di farci ragionare…

  • È solo un incubo di Meredith come nella 5×01, nel prossimo episodio si sveglierà”

  • Ma no.. hanno fatto vedere il promo della 11×22 e ci sono le immagini del funerale”
  •  “Zitto, taci, stai zitto che non sai di cosa parli… fa tutto parte del piano di Shonda, si, lo so, la conosco, è così… è solo uno scherzo, un modo per tormentarci.. lo sai no, che è fatta della stessa sostanza dei Dissenatori”

 

 

 

  1. Fase della Rabbia: dopo la negazione ti investono quelle potenti e devastanti ondate di rabbia che non sai controllare.

 

 

Perchè proprio Derek?”

Perchè proprio a Meredith?”

Cristo Santo, perchè proprio i MerDer?”

Non potevano far fuori qualche specializzando che tanto non servono a nulla e rubano solo lo stipendio, ma Derek Shepherd NO, NO!!”

Shonda io ti odio.

Ti odio come le zanzare d’estate, le diete di Maggio, le sveglie del lunedì mattina.

Ti odio come Tina Cipollari odia Gemma Galgani, come Alessia Marcuzzi odia Simona Ventura.

Ti odio come Salvini odia gli immigrati, come Adinolfi odia i gay.

Ti odio come le cene con i parenti, come i quando ti laurei? E i ma la\o fidanzata\o?

Ti odio come tu odi le gioie della vita.”

Fase che termina con la famosa frase: “Col cazzo che mi guardo la prossima stagione. Che senso ha rinnovarlo? Io con Grey’s Anatomy ho chiuso.

Questa volta è per sempre.”

 

 

  1. Fase della Contrattazione o del Patteggiamento: le settimane dopo la 11×24, dopo il season finale, scorrono lente e incolori.

Senza gioie più del solito.

Giorno dopo giorno, in cui ti sei privato volontariamente anche delle repliche di Grey’s Anatomy su la7D perchè è tutto troppo doloroso da affrontare, ti rendi conto che nella tua vita manca qualcosa.

Che è difficile più del previsto privarsi così di punto in bianco di GA.

D’altronde è con te da soli 10 anni, cosa vuoi che siano 10 anni per un mortale?

No cavolo, facendo un calcolo, sono per metà fatto di esperienze di vita e per metà di episodi di Grey’s Anatomy.

Mi ha cresciuto, mi ha reso quello che sono.

Le perle di Meredith Grey mi hanno insegnato la vita, aiutato nei momenti difficili, sono state il mio porto sicuro, la mia luce nelle giornate di merda della mia vita.

Amicizia.
Amori.
Legami.

Quelli sono tutti finiti, arrivano e vanno via ma Grey’s c’è sempre stato.

È….
… una costante della vita.

Come la messa della domenica per i fedeli.

Forse devo dargli un’altra chance.

E poi Shonda ha promesso la rinascita nella 12esima stagione.

Meredith Grey è la mia persona, non posso mollarla così.

Si, guarderò la 12esima stagione anche solo per lamentarmi di quanto faccia schifo senza Derek.

Si, la guarderò per questo, Shonda si merita di essere stroncata dalle critiche.

Ah ma Grey’s torna a Settembre.

E mancano ancora settimane a Settembre.

Forse è il caso di guardare qualche replica in tv, così giusto per abituarmi all’effetto che fa.

Così poi sarà meno doloroso.

È un cerotto che devo strappare.

 

 

 

  1. Fase della Depressione: è la fase in cui si prende davvero consapevolezza di ciò che è accaduto e della perdita subita e la si affronta con la stessa vitalità con cui Bella Swan ha affrontato i mesi di Ottobre, Novembre, Dicembre, Gennaio, dopo la separazione con Edward Cullen.Si guardano repliche in tv, dal set arrivano i primi spoiler della 12esima stagione, tutti sembrano felici, Martin Henderson viene ingaggiato come regular e presentato dai media come il nuovo McDreamy.

Dunque davvero il mondo va avanti.

Ah, Patrick ha unfollowato Ellen su Twitter.

Lei ha fatto lo stesso.

Quindi non sono solo i MerDer ad essere finiti.

Che bello questo pavimento del bagno, credo che resterò un po’ qui con Chasing Cars in sottofondo.

 

 

 

  1. Fase dell’Accettazione: dopo aver elaborato le precedenti fasi del lutto, si arriva ad una accettazione della realtà.

Derek Shepherd è morto.

Non siamo in TVD, non siamo in OUAT.

Dead is dead.

 

È tempo di andare avanti.

Oddio, stasera comincia la 12esima stagione.

Dio, sono eccitato, sono pronto.

Sarà difficile, ma ne vale la pena.

 

E poi la 12esima stagione comincia, la vita riprende il solito ritmo, l’appuntamento del giovedì con un nuovo episodio ritorna ad essere una delle gioie settimanali.

Senza che tu te ne accorga, ad ogni episodio ti innamori nuovamente di questa serie.

Torna più forte e glorioso di prima, rinasce dalle sue stesse ceneri.

Forse il tuo matrimonio con Grey’s Anatomy è più forte di quello che pensavi.

C’è un legame decennale che vi unisce.

Forse la morte di Derek può essere considerata come la morte di un figlio in una coppia.

Dopo arriva il momento in cui la coppia viene testata e ci si accorge se l’amore diventa più forte di prima o invece bisogna ricorrere al divorzio.

Ma la 12esima stagione è così piena di luce, di meraviglie, di emozioni.

Il sole sorge di nuovo.

Il tuo rifugio viene ricostruito dopo essere stato demolito

Meredith Grey è la tua persona, come hai potuto anche solo pensare di abbandonare lo show?

Finchè c’è lei, c’è speranza.

Dall’arena non si fugge, dalla giostra non si scende.

Si cade, ma ci si rialza.

È cosi che funziona.

È questo il messaggio, ed è meraviglioso.

 

 

  • Bilancio 12esima stagione ad un anno dalla morte di Derek Shepherd

Chi legge le mie recensioni ogni settimana, sa giù qual è il mio giudizio su questa stagione.

Estremamente positivo.

Non neghiamocelo ragazzi, la morte del proprio personaggio preferito è una cosa devastante.

Nel 90% dei casi sappiamo che quello show è spacciato.

Che non sarà più come prima perchè abbiamo perso uno dei motivi principali che ce lo faceva piacere.

Abbiamo perso quasi un collante, ma più che altro una colonna portante.

Uno dei protagonisti vitali che ci ha accompagnato dal pilot per 10 lunghi anni, 11 stagioni e più di 200 episodi.

Quindi ci sta tutto pensare che questa perdita influirà negativamente sull’andamento dello show.

Ripeto, il più delle volte avviene così.

Ma Grey’s Anatomy è Grey’s Anatomy.

Non è come gli altri show.

Credo che il motivo per cui piaccia così tanto è che parli proprio di quelle cose brutte, orrende e deprimenti della vita.

Quelle cose che davano l’ansia ai nostri filosofi esistenzialisti.

E sono convinto che il punto di forza di questa serie, sia proprio questo.

Parlare con una umanità spaventosa e reale di cose come la malattia, la perdita, il lutto, il dolore, la morte.

Sono cose che tutti noi viviamo nella vita e Grey’s è una specie di palestra per questo.

Un manuale di istruzioni per la vita.

Ci aiuta a gestirle, ad affrontarle.

Un episodio di GA è come una seduta dallo psicologo.

Nei suoi personaggi così umani e imperfetti, pieni di errori e imperfezioni, è facile immedesimarsi.

Diventano un tramite, dei soggetti sul quale proiettare i nostri sentimenti, le nostre vicende personali.

E attraverso le loro storie, le loro vite, andiamo avanti anche noi.

Ripeto quello che ormai sottolineo in ogni recensione: questa stagione piace un sacco alla gente, è campione di ascolti del giovedì sera targato Shondaland, è uno degli show di punta della ABC di nuovo dopo anni, proprio per il messaggio che lancia al pubblico.

Si cade, ma poi a fatica, giorno dopo giorno, difficoltà dopo difficoltà, ci si rialza dall’abisso.

Si torna a vivere, ci si rialza da quel pavimento del bagno.
Si perdono delle persone, ma se ne ritrovano delle altre.

E questo piace alla gente, perchè tutti noi affrontiamo momenti simili nella vita.

E tutti noi abbiamo bisogno di coraggio, motivazione, di una spinta per andare avanti.

E Grey’s con questa 12esima stagione, dà esattamente questo al suo pubblico che gli è rimasto fedele.

A 1 anno dalla morte di Derek, dopo 10 anni di vita, questo show ha ancora tanto da dire.

Brilla di luce propria, ha una sua linfa vitale inesauribile, un suo cuore, una sua anima.

E questo che tiene 8 milioni di telespettatori incollati allo schermo ogni giovedì sera.

E in un’epoca in cui predomina lo streaming, l’on demand, il palinsesto fai da te, rendere un episodio un evento imperdibile della settimana per milioni di persone è lodevole.

Solo pochi autori riescono a farlo nel campo.

E invece questa stagione è totalmente originale, nuova, fresca, luminosa, intensa, emozionante che davvero è qualitativamente superiore rispetto alle ultime stagioni.

Sia per quanto riguarda la storyline, sia per la sceneggiatura, sia per i temi affrontati.

Per me siamo ai livelli delle prime stagioni, sopratutto a quello della terza che resta la mia preferita.

Ogni episodio di quella stagione era un gioiellino.

E con questa 12esima stagione siamo molto vicini a quel livello di perfezione.

Non a caso poi, la terza stagione piacque così tanto perchè rappresentava tutto il percorso di rinascita di Izzie Stevens dopo la straziante morte di Denny Duquette.

Più ovviamente altre storyline eccezionali e mai viste in un medical drama.

Ma uno dei plot trainanti di quella stagione fu proprio la rinascita di Izzie da quel pavimento del bagno in poi.

E a un anno dalla morte di Derek, l’intento di questa stagione (non ancora concluso tra l’altro) ha dato i frutti sperati.

Siamo ancora tutti qui, numerosi ed eccitati a fare il tifo per Meredith e i suoi amici.

Siamo qui, e adesso a parlarne in questo articolo mi sento anche un po’ troione, a shippare Meredith con Nathan, a incoraggiarla nel suo nuovo percorso di vita.

E il modo così umano con cui questa stagione parla di rinascita, perdono e nuovo inizio è il miglior regalo che Shonda potesse farci dopo aver spento la casa di candele nella 11×21.

A un anno dalla morte di Derek Shepherd sono convinto che lui mancherà sempre, come manca la Yang, come manca la Stevens, come mancano Mark e Lexie.

Però ogni episodio di questa stagione è stato un memoriale in suo nome che ha onorato la sua perdita enorme in una famiglia come quella del GSMH.

Il tempo ha guarito tutte le ferite nello show e nel fandom.

A un anno dalla morte di Derek Shepherd dico che sì, vale la pena continuare a seguire questo inferno paradisiaco chiamato Grey’s Anatomy.

 

 

 

 

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