Festa del Papà: categorie di papà telefilmici

Che mondo sarebbe senza i papà?
Per fortuna non dovremmo mai chiedercelo, perché i papà sono e saranno sempre parte delle nostre vite e dei.. telefilm.

Ed ecco qui nella giornata a loro dedicata, le cinque categorie di papà più diffuse nelle serie tv ed anche nella vita.

Domanda prima di proseguire…
Si dice che: “i figli sono di chi li cresce”.. ma a me che m’hanno cresciuto i telefilm, posso considerarmi loro figlio?!

Scusatemi davvero.
Adesso proseguiamo.

1) I Richard Webber

Appartengono a questa categoria tutti coloro che per natura sarebbero e di fatti sono, dei buoni papà.
Quelli che da sempre sognano di avere figli, di portarli la domenica al mare, a una partita di baseball e di organizzare tante grigliate in piscina con tutte le famiglie del vicinato.
Quelli nati per essere perfetti papà.
Ma la vita da gran bastarda, nega loro questo desiderio.

Sono quelli che crescendo accettano la cosa e cominciano a farsene una ragione.
Così i loro figli diventano i colleghi di lavoro più giovani, la figlia della tua amante che hai visto crescere o un qualsiasi bambino incontrato per caso al parco, al quale hai raccolto un palloncino volato su un albero.
Sono figure che subito trasmettono quel senso di maturità, accoglienza e saggezza che un padre dovrebbe possedere. Sono quelli che trasformano la loro “sfortuna” nel non essere divenuti genitori, in produttività, diventando veri leader nel campo lavorativo.
Quelli che hanno sempre una parola buona, o un ottimo consiglio per tutti.

2) I Bart Bass

E’ la categoria di quei padri che trasudano soldi e successo da tutti i pori.
Sono quelli che in palestra li noti subito, perchè tu hai la tuta della Nike e loro una D&G (#BoycottDolceGabbana) tagliata e cucinata su misura.
Per loro il motto: “niente è impossibile” è uno stile di vita.
Ce l’hanno tatuato proprio lì sulla chiappa destra.
Sono quegli uomini che si sono costruiti da soli, come tanto amano ricordare ogni giorno della loro vita a chiunque sia loro vicino, coloro che hanno manie di grandezza e potere che in confronto Dio che ha costruito il mondo in 7 giorni è un dilettante che gioca con i pezzi della Lego.

Loro fanno figli non per un senso di famiglia, ma bensì per portare avanti il loro impero e far si che l’eredità non finisca a qualche pezzente o qualche casa di riposo decrepita.
Gli Enrico VIII del XXI secolo.
Per questi papà, i loro figli nascono già con la camicia: l’imprenditoria, il successo e il potere ce l’hanno nel sangue. Ne sono convinti, perchè loro sono così.
Dai figli non ci si aspetta altro che proseguano il cammino di vittoria e successo che loro hanno tracciato per primi. Un fallimento non è tollerato.
La possibilità di scelta è pura utopia.
D’altronde, cos’altro c’è da desiderare quando hai a disposizione fondi fiduciari, jet privati e beni immobiliari sparsi per il mondo?!
Non è a questo che aspirano i poveri umani con lo stipendio da 1.500 euro al mese?
Questo è il pensiero dei Bart Bass.

3) I Christopher Hayden

Io li definirei: i papà fantasma.
Sono quei genitori che a 16 anni con l’ormone a palla e la pistola carica vanno in giro e fanno centro.
Dopo la fatidica frase: “Sono incinta” , si smaterializzano così in fretta che al confronto Hermione Granger è una babbana che va in giro con una bacchetta comprata all’Ikea.
Vanno via, ricominciano una nuova vita e poi a un certo punto, quando ormai il loro figlio sta già prendendo la seconda laurea e conquistando il mondo, hanno uno scrupolo di coscienza.
Tornano con la coda tra le gambe e un paio di lacrime che scambiano per tristezza quando in realtà è solo allergia, e rivogliono tutto: madre, figli, cane, peluche, cd di Taylor Swift.

Non importa nemmeno il fatto che quel figlio sia stato cresciuto da un altro uomo, che negli anni della sua assenza, è stato un vero e proprio padre.
Per la serie: “nelle sue vene scorre il mio sangue”.
Questa categoria la conosciamo bene. La vediamo tutti i sabato sera a C’è Posta per Te.
Sono quelli che alla domanda del figlio: “perchè non mi hai cercato prima? O non hai mai telefonato?”
Rispondono: “Tua madre non voleva che ti vedessi”
E tanti saluti.

 

4) I Frank Gallagher

E’ la categoria degli Homer Simpson nella vita reale.
Sono quei padri che hanno un senso di paternità pari a quello di maternità di Anna Maria Franzoni.
Per loro la famiglia è solo un modo per ottenere i soldi del programma statale: “Aiuto per le famiglie in difficoltà”.
Questi papà sono così distruttivi e pessimi da risultare comici.
Sono quegli ubriaconi che passano tutto il giorno nei bar, a bere e fumare senza preoccuparsi di nulla.
Tanto se il fegato si rovina, uno dei suoi figli ne donerà sicuramente un pezzo.
E’ per questo che esistono, no?!
Per loro la parola “Lavoro” è sulla black list.
Non sanno nemmeno che cos’è. Escono di casa al mattino e tornano di notte ubriachi fradici e così affumicati che al confronto un giocatore di poker dopo 8 ore di gioco ininterrotto profuma di pulito.

Quando poi i figli crescono e le mogli sono così esasperate da non farcela più, i Frank Gallagher del mondo vengono cacciati fuori di casa.
Ma sono come le cimici: li butti dalla finestra e rientrano dalla porta principale.
A volte persino promettono di cambiare, che si troveranno un lavoro subito dopo essersi riusciti a disintossicare frequentando gli A.A.
Ma il giorno dopo, la storia ricomincia.

5) I Rumpelstiltskin

Sono quegli uomini che considerano l’essere padre un dono del cielo.
Quelli che apprezzano più di chiunque altro il dono della paternità per donare tutto quell’amore che loro non hanno ricevuto.
Sono quelli cresciuti senza un padre, o con un padre alla Frank Gallagher.
Il loro incubo più grande è trasformarsi proprio in quel padre violento, cattivo o pessimo che hanno avuto la sfortuna di avere.
Perciò amano i loro figli incondizionatamente, li guardano come un obeso guarda il menu del Mc Donald’s.
Di solito poi restano anche vedovi subito, così i loro bambini diventano davvero tutto il loro mondo.
Motivo per cui per proteggerli o mantenerli sono disposti a tutto, anche a umiliarsi pubblicamente.
I papà Rumple sono la versione maschile di quelle donne che decidono di prostituirsi o spacciare droga pur di avere i soldi per mantenere i loro figli e far si che gli assistenti sociali non li portino via.

E così facendo, alla fine diventano peggio dei loro genitori, quei modelli che da sempre hanno guardato con timore e disprezzo.
Ma chi siamo noi per giudicare questo tipo di amore?

6) I Richard Lockwood

Appartengono a questa categoria tutti quei padri megalomani che però non sono riusciti ad esserlo fino in fondo.
Quelli con aspirazioni molto più grandi delle loro possibilità. Quelli che sin da piccoli sognavano la loro vita con tappe e obiettivi definiti.
Ma naturalmente non sono riusciti a realizzarli.
Per questo fanno dei figli.
Questi pargoli nascono già con delle responsabilità precise: riuscire laddove i genitori hanno fallito.
I sogni di un padre alla Richard Lockwood erano quelli di avere una bella casa, una moglie uscita da una copertina di playboy, essere grandi campioni sportivi o presidenti.
Perciò si aspettano che i loro figli abbiano ottimi voti a scuola, ottengano una borsa di studio in una università prestigiosa e siano ottimi giocatori di baseball o football, a seconda dei casi o del telefilm!
Ecco perché questi padri sono anche gli allenatori della squadra al liceo, il loro figlio è capitano e guai a sbagliare un tiro o fare un passo falso.

 

Cattura

I figli dunque non possono fallire.
Crescono sin da piccoli sentendo un’ansia e una responsabilità pari a quella di un capo di governo in un periodo di crisi come questo.
La loro più grande paura è deludere il padre che per la maggior parte del tempo si comporta da gran coglione.

 

A cura di Daniele 

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